Il sindaco, i "soli padani", le spese

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Il Giornale di Brescia (che leggo da tanti milioni di capelli bianchi fa) di oggi riporta, a pagina 11, le ultime notizie sulla vicenda dei «soli padani» della Scuola di Adro.
Quella domanda (che titola l'articolo) fatta al dirigente dell'Ufficio scolastico regionale, dal sindaco del bel paese franciacortino: «Via i soli, ma chi paga?», mi ha lasciato sbigottito. E meno male che mi ha procurato tale effetto, significa che non mi sono ancora arreso all'assuefazione che appare dilagante, dinnanzi quella che sembra essere una deriva inarrestabile del nostro amato Paese. Assuefazione di cui, confesso, pure io qua e là qualche volta ne avverto i pericolosi sintomi.
Non ne faccio una questione di Partiti politici, assolutamente. Desidero limitarmi a due aspetti, comunque tutt'altro che minimali: personale ed istituzionale.
Il signor Lancini è diventato sindaco perché, evidentemente, la maggioranza dei suoi concittadini gli hanno riconosciuto qualità personali tali da fargli meritare quella investitura, assai importante. Bene, me ne congratulo vivamente.
Mi chiedo, però, che ne è di quel prezioso patrimonio personale conquistato in anni di quotidiano impegno, svolto bene, al punto di fargli meritare, appunto, la prestigiosa investitura. Me lo chiedo perché la domanda circa il chi dovrà pagare per togliere ciò che lui ed i suoi assessori hanno deciso di mettere in misura francamente imbarazzante, è, a mio modesto modo d'intendere, una grave offesa per lui in quanto persona e per tutti coloro che stanno seguendo quelle vicende, non solo i cittadini di Adro quindi. Mi auguro tanto che quella domanda sia figlia di uno spirito allegro e burlone, utile a sdrammatizzare i toni paradossali che ha assunto la vicenda, giorno dopo giorno. Se così fosse sarebbe bene, però, che il sindaco lo facesse capire alla svelta. Sorrideremmo anche noi.
Caso contrario, sempre a mio avviso, ne andrebbe, e di molto, della sua statura personale ed istituzionale.
Infatti, da semplice cittadino, non potrei, in quel caso, non chiedermi come si possa solo pensare che quella spesa debba ricadere sulla Comunità di Adro e, magari, sulla Comunità allargata, qualora dovesse intervenire un qualche Ministero a metterci la tradizionale pezza. Non potrei non chiedermi, altresì, come mai al signor sindaco non passi per la mente una soluzione piuttosto semplice, quale? Lui ed i suoi colleghi di giunta rinuncino alle rispettive competenze per il tempo necessario a racimolare la somma pari al costo che sarà richiesto da chi sarà incaricato di riparare. Non sarebbe poi un caso da Guinness; infatti, nella nostra Provincia ci sono almeno tre Giunte che hanno rinunciato a quelle somme che provengono, pure loro, dalle tasche dei cittadini. Riporto quelle che conosco io, ma è probabile che non siano le sole: Cellatica, Manerba, Villanuova.
Forza signor sindaco, ci dica che è stata una divertente battuta e dimostri le qualità che senz'altro possiede, oltre (e converrà che non è cosa secondaria) il rispetto di una carica istituzionale, fra le più delicate ed importanti, che senza dubbio si è meritato sul campo.
Mi/ci farebbe tornare la speranza in una nuova alba.
Gianni Baratti
Coccaglio

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