Il ricordo di Mauro ancora fa nascere tante cose buone

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Sono ormai trascorsi cinque anni dal tragico incidente che ha tolto la vita a mio fratello. Purtroppo ogni giorno la strada miete le sue vittime, ma fino a quando la disgrazia non tocca da vicino non si può capire quanto una perdita così grave cambi la vita. Mio fratello poi, non era un uomo comune, è pur vero che tutti possiedono alcune peculiarità e tutti siamo un po’ speciali, ma mio fratello aveva delle qualità e delle doti innate un fascino ed un carisma travolgenti, per i miei figli e non solo è stato un modello, un punto di riferimento, un eroe. Ma chi può essere considerato un eroe ai nostri giorni, in un mondo di egoisti e prepotenti, dove i ladri e i delinquenti, vengono resi noti, dai giornali e dalla televisione; confondendo i più e lanciando la figura dell’eroe negativo. Fortunatamente al mondo esistono anche persone giuste, potenziali eroi positivi. Mio fratello ha seminato tanto bene che a mio giudizio può essere considerato tale. La sua lapide reca la scritta. «Il tuo sorriso è nei nostri cuori», infatti lui non lo negava a nessuno ed aveva una cerchia vastissima di amici e conoscenti. Se ne è andato per la disattenzione di un camionista e pensare che proprio pochi giorni prima aveva ammonito mio figlio perché indossava degli indumenti scuri in sella alla sua moto. Gli aveva consigliato di essere visibile dicendogli: «Le moto, gli automobilisti, non le vedono!». Come avrete capito, mio fratello è stato un motociclista, uno vero, non improvvisato, che ha iniziato la sua «attività» con un vecchio Garelli per poi crescere piano piano. Adorava correre, ma lo faceva in pista dove i rischi sono limitati e soprattutto amava la vita, divertirsi e aiutare il prossimo, perché non è necessario privarsi di tutto per far del bene, anzi, quando un individuo è realizzato e felice, riesce e trasmettere, veramente e sinceramente, serenità e amore. Mio fratello non era ricco ma sapeva gestire bene le sue risorse, riuscendo così ad aiutare tanti bambini «sfortunati» perché da quando era diventato padre aveva capito ancor più di cosa hanno veramente bisogno i bambini per crescere armoniosamente: un ambiente sano e importantissimo è il buon esempio. Anche dopo la sua morte, mia cognata, anch’ella una grande, non a caso l’aveva scelta, ha continuato la sua opera ed ha «contagiato» anche tanti amici che in memoria di mio fratello continuano a fare del bene. Ci sarebbe ancora tanto da scrivere ma voglio concludere trascrivendo la dicitura della targa affissa durante l’inaugurazione di una scuola in Africa dove ha dato il suo contributo: «In memoria di Mauro Culetto del suo amore per i bambini della sua passione per la vita e del nostro amore per lui il tuo sorriso è nei nostri cuori». Come ogni anno lo ricorderemo sabato 25 ottobre alle ore 18,30 durante la celebrazione della messa nella chiesa del quartiere Badia. Elena Culetto Rizzardi Brescia

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