Il mio grazie a chi mi ha salvato dai calabroni

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Chiedo ospitalità sul suo quotidiano per ringraziare pubblicamente tutte quelle persone che, giovedì 28 agosto, mi hanno salvato la vita. Erano all’incirca le 11, e io mi ero recato nel campo dietro casa, in via della Marogna, a Botticino Sera, per raccogliere alcune pere cadute da uno dei miei alberi da frutto. Messe le mani sulle prime, sono stato attaccato alle spalle e punto da più calabroni che - mi sono reso conto poi - avevano costruito il loro nido nel terreno, a pochi passi da me. Quelle che io credevo essere solo due punture, in realtà si sono rivelate essere molte di più, soprattutto su braccia e schiena, ma anche sul resto del corpo, e io sono riuscito solo a raggiungere il mio porticato poco distante, ad informare mia moglie di quanto mi era appena successo, e a tentare di trovare conforto con l’acqua fresca di una fontanella, dopodiché sono stato avvolto da un forte bruciore e ho cominciato a sentirmi male. Subito mia moglie ha chiamato il medico e, resasi conto che il mio respiro si era fatto affannoso, ha allertato il 118. È agli operati del soccorso, giunti tempestivamente da Brescia con un’ambulanza e un’auto medica e alle dottoresse Cinzia Nobili e Francesca Bonetti che poi mi hanno seguito in Poliambulanza, che spero giunga il mio grazie. I primi, infatti, mi hanno prestato le cure sul posto, le seconde invece hanno proseguito l’operato al pronto soccorso di via Bissolati, dove io sono arrivato in codice rosso e in shock anafilattico. Mi hanno preso per i capelli, come si suol dire. Senza la loro bravura, la velocità e la precisione dell’intervento, io oggi non sarei qui a raccontare il tutto. Quindi ancora una volta rinnovo la mia riconoscenza nei loro confronti, unitamente a quella di mia moglie Dina e della mia famiglia. Felice Botticini Botticino Sera

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