Il cricket rivela la povertà nel nostro sport

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L’International Cricket Council ha stanziato 150.000 euro per la costruzione a Brescia di un campo di Cricket atto a ospitare incontri internazionali di questo sport. (Brescia è la provincia con più tesserati d’Italia). L’assessore, dal canto suo, ha comunicato che i mancanti 30.000 euro per dar corso al progetto non sono nelle sue disponibilità. Il tutto si commenta da solo. Riempirsi la bocca sul valore etico e d’integrazione sociale dello sport nei convegni è molto semplice: basta leggere le cartelle dattiloscritte che qualche zelante portaborse scrive. La realtà, purtroppo, è che, a Brescia, gli investimenti nelle strutture sportive sono inesistenti da decenni e il colore politico delle Giunte ha contato poco rispetto a questa inefficienza. Disinteresse trasversale: il Rigamonti è cadente, il Calvesi inutilizzabile, l’invernici al limite della praticabilità. Solo la lungimiranza di Clerici, che ideò e costruì il Centro sportivo San Filippo, consente a Brescia di stare a galla e alle società sportive bresciane di praticare il Basket e la Pallavolo al livello massimo. E poco importa che i tesserati bresciani della federazione di cricket a Brescia siano, per la maggior parte, ragazzi di origine Pakistana. La prima squadra di calcio sorta in Italia nel 1893 si chiamava: Genoa Cricket and Football Club. Ludovico Guarneri Ghedi

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