Il Cfp Vantini ha cambiato mio figlio: grazie

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Gentile Direttore, la ringrazio per lo spazio che mi dedica sulle pagine del quotidiano che da anni leggiamo. Sono la madre di un ragazzo, ormai maggiorenne, che oggi lavora felicemente in un’impresa meccanica della nostra zona, la Valverde. Questo ragazzo fin dalle medie non ha mostrato attitudini allo studio, poi, forse un po’ per nostra testardaggine, lo abbiamo iscritto ad un istituto tecnico della città. Nostro figlio ha subito dato risultati non soddisfacenti, proprio all’affacciarsi del periodo adolescenziale. Litigi in famiglia, contestazione e una catena di eventi che, nonostante il nostro impegno, anche pagando ripetizioni private, ha portato il ragazzo alla bocciatura. A questo punto ci siamo guardati in giro e parlando con una sua professoressa delle Medie abbiamo conosciuto il CFP Vantini. Abbiamo un po’ chiesto in giro, con versioni a volte discordanti, positive parlando del legame tra la scuola e il mondo del lavoro e della formazione data nella scuola, negative nei confronti dei centri di formazione in generale. A dire l’ultima parola è stato nostro figlio. Voleva fare una scuola con ore di pratica e finalmente imparare cosa fosse la meccanica. Ad oggi, dopo anni, siamo soddisfatti di questa scelta, fatta un po’ in emergenza. La scuola Vantini ha permesso a noi e al nostro ragazzo di migliorare la vita in famiglia, soprattutto nostro figlio non si è sentito più un numero in una miriade di persone ma un ragazzo seguito da docenti validi ed umani. Le ore di laboratori hanno permesso a lui di conoscere veramente un mestiere, di andare a scuola con la voglia di crescere. Grazie a docenti come il prof. Bonassi, il ragazzo ha imparato ad essere serio e competente nel mondo del lavoro, grazie ad altri, come il prof. Mutti ha iniziato a leggere libri, ed ancora oggi finito il lavoro, quando riesce, si immerge in letture, miracoli che non avrei creduto. Gli stage lavorativi nelle aziende hanno permesso che oggi sia a lavorare in una di quelle imprese dove aveva fatto praticantato. Inoltre dopo la qualifica del terzo anno ha deciso di propria volontà di fare il quarto anno per diventare un tecnico, ormai il mio ragazzo era diventato un ometto. Forse non è stata solo la scuola a fare tutto questo, sicuramente anche lui è maturato, anche noi abbiamo capito che era giusto far scegliere a lui la sua strada. Fatto è che oggi siamo orgogliosi di nostro figlio, come dei genitori devono essere, però noi che abbiamo solo questo ragazzo e su lui contavamo, ad un certo punto abbiamo dubitato; forse più io che mio marito, però quell’anno difficile oggi è fortunatamente un ricordo. Un grazie quindi, forse in ritardo, a tutti i professori che hanno aiutato il mio ragazzo, e ad una scuola e ad un tipo di formazione scolastica che oggi merita più rispetto perché è un tipologia di didattica che insegna ai ragazzi a far bene un lavoro in un’Italia in cui ce n'è tanto bisogno. Lettera firmata

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