Il Carmine, convivenza civile e nuove sfide

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R>isiedo in centro storico da oltre quindici anni, ho avuto modo di vivere il cambiamento spesso positivo che ha interessato intere zone e che è tuttora in corso con la rivitalizzazione soprattutto della zona del Carmine grazie alle numerose nuove attività, gallerie d’arte, ristoranti e bar.

Purtroppo una zona così bella della città sta vivendo negli ultimi anni uno stato di degrado crescente: i marciapiedi del centro storico, e in particolare della zona tra via Grazie, via Marsala, contrada Carmine, via Battaglie e via Fratelli Bandiera, sono sempre più impraticabili per la presenza di escrementi di animali, sputi e urina di esseri umani, immondizia lasciata all’esterno dei cassonetti oltre che per le automobili spesso parcheggiate sui marciapiedi.

I cittadini, i residenti e coloro che hanno attività commerciali nella zona vivono con profondo disagio e con crescente insofferenza questa situazione alla quale l’Amministrazione comunale potrebbe ovviare con l’incremento dei passaggi per la pulizia di strade e marciapiedi, valido aiuto nello stato di costante emergenza smog della nostra città anche per ridurre le polveri sottili, con l’applicazione sui cassonetti di scritte in più lingue contenenti le informazioni su quali rifiuti si possono inserire, con più frequenti interventi della Polizia locale per far rispettare il regolamento comunale per quanto riguarda l’obbligo per i padroni dei cani di raccogliere gli escrementi (e per gli esseri umani a comportarsi in modo civile) oltre che per quanto riguarda il divieto di parcheggio delle autovetture sui marciapiedi.

È poi necessaria una presa di coscienza da parte di noi cittadini per non dimenticare mai, ed insegnare ai nostri figli, che le strade, le piazze, i marciapiedi sono di tutti e che l’escremento del nostro cane non raccolto potrebbe finire domani sotto la nostra suola, la nostra auto parcheggiata sul marciapiede potrebbe impedire proprio ai nostri figli o a un nostro genitore anziano di transitare in sicurezza, costringendoli a slalom pericolosissimi sulla strada.

Per una città più vivibile è chiesto a tutti noi un impegno di civiltà e all’Amministrazione comunale di prendersi cura del decoro urbano e del rispetto delle regole.

Laura Venturi
Residente del Carmine
Consigliere Pd della Circoscrizione Centro

 

Che bello, nel mezzo di una doppia campagna elettorale e alla vigilia di una terza, incontrare qualche esponente politico che non dà la colpa di ogni cosa alla maggioranza, agli altri, agli avversari politici. Già basterebbe ciò, a rendere questa lettera degna di nota. Ma c’è di più, soprattutto se la lettera la si prende per la coda: la questione che affronta è di quelle che incidono sulla vita quotidiana di tutti e merita qualche osservazione che vada oltre la contingenza del Carmine e l’apparente banalità del tema.
Il mio professore di storia e filosofia - chiedo scusa per la citazione personale, ma mi aiuta a spiegarmi meglio - parlando della diffusione della scuola pubblica in Europa, diceva che il compito della scuola di base è di insegnare a leggere e scrivere, far di conto e gettare la carta nel cestino. Non era un paradosso: a quest’ultimo insegnamento affidava conseguenze essenziali per una società. Gettare la carta nel cestino, infatti, significa saper rispettare se stessi, gli altri e l’ambiente che ci circonda, sapersi comportare in modo adeguato a luoghi e situazioni, avere cura del bene comune. Da qui discende anche la difesa dei diritti e delle persone, la passione per la convivenza civile e lo sviluppo sostenibile. E a ben vedere, molte altre cose. Parafrasando «Marcovaldo» di Italo Calvino, il professore sottolineava come per le persone che migrano da contesti e mondi diversi, si tratti spesso di una non facile adesione a nuovi stili di vita e di convivenza.
Quante volte davanti ad una strada sporca, ad un muro imbrattato, ad una lattina abbandonata in un parco, ad un angolo di città lordo, ci siamo indignati o rattristati? Viene spontaneo chiedersi: ma dove sono quelli che devono controllare e pulire? Meno spontaneo è invece, come fa la lettera, richiamare tutti, noi per primi, ad un supplemento di impegno.
Che fare? Più che invocare una "tolleranza zero" per le cartacce e i prepotenti, vale la pena sperare in una crescente sensibilità nei cittadini, a cominciare dalla famiglia e dagli ambienti educativi. Un po’ di fermezza con chi sporca non guasterebbe, così come un poco di impegno da parte di tutti. In fondo, forse, aveva ragione Calvino - non lo scrittore Italo ma l’eretico franco-svizzero - quando diceva che se ciascuno tenesse pulito davanti alla porta di casa, tutta la città sarebbe pulita. (cl.b.)

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