I giovani «ci sono», e gli adulti?

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Le invio questa lettera mosso dalle riflessioni pubblicate il giorno 12 settembre firmate Manolo Salvi. Una lettera che già dal titolo mi ha scosso: «La scintilla che manca nei giovani». Ha lasciato inquieto me che sono un insegnante e che con i giovani investo buona parte del mio tempo. Le scrivo in questi primi giorni di scuola. Come molti dei miei colleghi sono precario e Lei ben sa che per noi il lavoro non inizia il primo giorno di scuola, ce lo fanno desiderare, non è per nulla scontato.

Ma potrei mai agognare così tanto questo lavoro per confrontarmi con ragazzi che, cito il dottor Manolo, hanno il cuore fiacco, gli arti atrofizzati e la luce negli occhi spenti? Se fosse vero, oltre a mancare una scintilla nei giovani mancherebbe di linfa la mia vita.
Potrei mai lavorare, e per lavoro intendo il luogo per eccellenza dove qualunque uomo può esprimere se stesso, per ragazzi fantasmi? La risposta sta tutta negli occhi di chi oggi mi ha accolto; aspettavano da giorni me, il loro insegnante di fisica. Non sto qui ad elencare i fatti che hanno caratterizzato questa prima lezione, ma ne propongo solo uno. Mi trovo ad insegnare fisica al tecnico indirizzo turistico. Non poteva non sorgere la domanda: «Perché studiare fisica noi che facciamo il turistico?».

Di getto ho riproposto ciò che loro avevano appena detto, cioè che il turistico lo «fanno» i ragazzi che sono il cuore della scuola.
Poi ho sottolineato la bontà della loro domanda segno che non danno nulla per scontato, che non sono così aridi come si usa descriverli. Infine non potevo non iniziare a parlare della mia materia di cui tanto sono appassionato, della curiosità che la alimenta, della ragione che corre dietro questa curiosità. Non potevo non parlare della ragione in un momento in cui nel mondo si è scatenata la «furia islamica contro l'Occidente».

Della ragione che fa da guida a quella scintilla che lasciata a sé stessa diventa un fulmine, una «furia», purtroppo. Il problema, quindi, non è che manca la scintilla nei giovani, forse mancano gli adulti. Non a caso mentre tanti adulti-ambasciatori se la svignano dai Paesi arabi, un uomo vestito di bianco, va proprio lì, in Libano a dire che tra musulmani e cattolici prevalga la ragione. Peccato che mentre in Libano lo accolgono pure i membri di Hezbollah, noi Occidentali lo cacciamo dalle nostre Università, tempio della ragione.

Per fare il nostro mestiere occorrono uomini come il Papa con un grande cuore, perché bisogna accogliere quella sfida che i giovani ti rivolgono con domande e atteggiamenti all'apparenza ostili, ma in fondo segno di una scintilla. Rivolgo questa lettera a Lei e ai Suoi lettori, con la speranza di non soffocare questa scintilla.

Salvatore Venticinque
Brescia

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