Grazie ai medici che non si sono arresi

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Il 23 ottobre mio marito è stato dimesso dall’Ospedale Civile di Brescia dopo 41 giorni di degenza, di cui 34 trascorsi nel reparto di Rianimazione Cardiochirurgica e 7 in quello di Cardiochirurgia. La sua non è una storia come tante, ma qualcosa di eccezionale, data la gravità delle sue condizioni all’arrivo in Pronto Soccorso. Trasportato in eliambulanza dalla Val Palot dove si trovava per un’uscita in bicicletta da corsa, era in arresto cardiaco da piu di un’ora, situazione nella quale il protocollo medico suggerisce di rinunciare ad ogni tentativo di rianimazione. Ma dato che mai, neppure per un secondo, era stato interrotto il massaggio cardiaco praticato su di lui fin dal primo momento, il medico elicotterista, dott. Piva, contattava personalmente il dott. Lorusso per sottoporgli il caso, sapendo di poter contare sulla sua determinazione e professionalità. Così, insieme ai dottori Fucci e Latini e tutto lo staff operatorio, si provava a dare ad Aldo una chance di salvezza. Sottoposto ad angioplastica, il massaggio veniva continuato fino a raggiungere il limite straordinario di due ore, prima che gli si potesse posizionare un’assistenza ventricolare (ecmo). A ciò, seguivano i 34 giorni in rianimazione, dove con altalenante drammaticità si evidenziavano situazioni critiche a danno dei vari organi, createsi come conseguenza del massaggio cardiaco prolungato. Ma alla fine Aldo ce l’ha fatta. Questa in breve la vicenda, per la quale io sento di esprimere un forte ringraziamento a tutti coloro che nei rispettivi ruoli si sono occupati di Aldo, professionisti che si sono distinti per la grande competenza professionale e si sono adoperati per salvarlo. Oltre ai medici cardiochirurghi che ho nominato, ringrazio il primario dottor Coletti, gli infermieri e il personale del reparto di cardiochirurgia. Ringrazio i medici della rianimazione cardiochirurgica, in particolare i dottori Pedersini, Picchioni, Mastropierro, Cingia, Gragnoli, gli infermieri e le infermiere e tutto il personale del reparto: questi medici e questi infermieri hanno condiviso con noi la gioia e la commozione di rivedere Aldo in piedi! Nei due reparti del nostro Ospedale cittadino ho trovato gesti e sguardi che hanno saputo offrire conforto e sostegno, quando la situazione era drammatica e quando si sono cominciati a intravedere miglioramenti. Abbiamo sentito l’incoraggiamento di tutti, nessuno ha mai mollato in questa storia. A cominciare dallo scout Gianni che in Val Palot ha chiamato il 118 e dalla signora Laura Tomasi, che, iniziando immediatamente le manovre di rianimazione ancor prima dell’arrivo dell’ambulanza, ha scongiurato danni anossici cerebrali. La catena del soccorso ha funzionato, l’assistenza in ospedale è stata ineccepibile, parenti ed amici hanno pregato o trasmesso un pensiero positivo ed ora Aldo è in via di guarigione. Questa è una vicenda finita bene e il mio racconto vuole esprimere una profonda gratitudine per ogni singolo gesto d’aiuto che abbiamo ricevuto. Ester Ziliani Erbusco

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