Gli oratori il calcio e la formazione

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Mi permetto di fare alcune riflessioni in merito all’articolo pubblicato sul GdB nelle pagine sportive lunedì 20 ottobre. Premesso che considero l’ambiente oratoriale uno dei luoghi migliori in cui crescere i nostri ragazzi, mi permetto di fare alcune considerazioni. Gli oratori, come da voi sottolineato, hanno il compito di aiutare i giovani nella crescita umana prima che sportiva e per questo non dovrebbero essere legati ad una specifica federazione. La maggior parte degli oratori propone infatti campionati del Csi o Anspi, e non Figc, che hanno regole meno ferree soprattutto in materia di omologa. Questi oratori antepongono lo stare insieme al prestigio delle federazioni stesse, qualora ci fossero reali differenze di «valore». O forse in alcuni casi non si svolge più questa attività con lo spirito ricreativo visto che negli oratori non giocano più i ragazzi «dell’oratorio» e nelle loro prime squadre qualcuno percepisce ingaggi non riconducibili a mero rimborso spese? Negli ultimi anni diverse società non oratoriali hanno dovuto ridimensionare la propria situazione e qualcuno ha addirittura chiuso. Non ci sono diritti e doveri diversi, soprattutto in questo caso dove non si possono recitare più parti nello stesso ambito. Se gli oratori tengono soprattutto alla formazione e crescita dei ragazzi si iscrivano al Csi e risolveranno un sacco di problemi burocratici ed economici, se invece vogliono celare ambizioni diverse dietro questo nome giochino a carte scoperte e accettino di rispettare le norme come tutte le altre società. Lettera firmata

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