Gli anziani, le badanti e le famiglie

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A proposito di anziani... mi consenta di esprimere la mia stanchezza, delusione e anche rabbia nel verificare come sia difficile per la «politica» calarsi nella vita concreta dei cittadini. Mia madre ha novantacinque anni, vive in città, sola. Ha tante patologie, cammina solo se accompagnata ma mantiene tanto attaccamento alla vita che cerco in ogni modo di sostenere ma con grande difficoltà. Usufruisce di un servizio domiciliare tre volte a settimana (50 minuti) per l’igiene personale e basta! Per il resto ci sono io, figlio con pensione sotto i mille euro, che faccio la spesa, preparo il pranzo con lei, pulisco casa, l’accompagno fuori, a messa o dal medico e che mi fermo quasi sempre anche la notte perché è a rischio cadute... e la mia vita è questa finché reggo. Mi piacerebbe tanto poter avere una «badante» per lei che si sentirebbe più tranquilla e per me, per avere un pezzo di vita dopo 40 anni di lavoro; ma con i 1400 euro mensili della mamma (compreso accompagnamento) tolti affitto e spese, è impossibile. Mi chiedo: perché il Comune ha dato la possibilità di avere il contributo per la non autosufficienza solo a chi ha assunto una badante e non a tutti gli anziani che ne hanno la necessità in base al reddito Isee? Perché le famiglie che si prodigano nella cura dei loro anziani e non possono economicamente far fronte al costo di una badante devono essere escluse? Perché si parla tanto di mantenere le persone anziane il più possibile al loro domicilio e poi si fanno scelte infelici? Avevano accennato anche alla possibilità di «un mese di sollievo» con contributo ma neppure questo è passato! Alla fine non resta che amarezza e solitudine! Lettera firmata

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