Felice chi è restato a casa Triste chi è partito

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«E la chiamano estate, questa estate, senza te. 'O sole mio». Altro che «canta che ti passa», questa estate ha avuto tante, troppe note stonate e quasi dappertutto è stata la solita musica, con il ritmo martellante della pioggia autoelettasi a direttore d’orchestra. Quest’anno si riconosce subito chi è stato in vacanza da chi non c’è stato e non certo dall’abbronzatura, semmai da una bella ...incavolatura! Quanti, nonostante la crisi ed impedimenti di vario tipo, sono riusciti a cambiare aria e ad evadere anche per pochi giorni in lidi vicini o lontani oppure sui monti e le colline od ovunque abbiano trovato conveniente e piacevole recarsi, ne hanno ora una diversa, di aria s’intende, rispetto a quegli altri che sono dovuti rimanere nel casalingo domicilio. Sia i primi che i secondi possiamo riconoscerli da semplici quanto evidenti indizi. Viso spento, occhi affaticati e nervi tesi? Questi sono gli elementi distintivi dei vacanzieri di quest’anno! La spiegazione è presto detta, breve e concisa come i giorni di sole della stagione, lampante per i fulmini che l’hanno fin troppo illuminata e luccicante al pari delle piazze di tre quarti d’Italia poiché quasi incessantemente scandite dai nubifragi. Essi meritano la nostra comprensione e solidarietà ma queste non possono certo mancare a tutti quegli operatori del settore che sul bel tempo ci fanno affidamento ma che stavolta sono stati ingannati praticamente su tutti i fronti e con ben poche armi a loro disposizione. Però se vediamo espressioni riposate, facce serene ed un atteggiamento tranquillo quasi certamente ci troviamo di fronte a coloro che non si sono mossi da casa e, pur dovendo fare anch’essi i conti con il maltempo, perlomeno non l’hanno affrontato in una camera con vista sul mare od in compagnia del freddo divenuto quasi polare della montagna! L’augurio per tutti e quello che torni a splendere al più presto il sole e che il brutto tempo si allontani rapidamente, in tutti i sensi, non soltanto quello meteorologico, perché quest’anno sono entrambi i grandi assenti ed è ormai certo che ci mancano moltissimo. Giuseppe Agazzi Rovato

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