Disperazione di un onesto senza lavoro

La storia di uno dei nostri lettori, che racconta le difficoltà di vivere senza un lavoro
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Vorrei specificare alcune situazioni che mi sono accadute. Sono ormai un senza tetto (vivo infatti grazie alla misericordia di don Armando Nolli che sentitamente ringrazio) e questo perché da ormai due anni non trovo uno straccio di lavoro in questo paese. Non ho particolari rimostranze da fare anche se questa situazione mi pesa parecchio... La prima volta che sono andato dalla mia assistente sociale (Comune di Calcinato) mi sono sentito rispondere che non avevo problemi... perché non sono drogato o peggio un delinquente, risposta che in altri successivi colloqui mi è sempre stata fornita come giustificazione.

Ora mi chiedo se è necessario che io macchi la mia fedina penale, attualmente immacolata, per ottenere un lavoro. Sono stato agente di commercio per molti anni, una carriera onorata da molti successi che però ora non viene presa in considerazione alcuna o come nell’ultimo colloquio da me avuto mi si prospetta l’idea di essere pagato dopo oltre 6 mesi. No, non ci siamo proprio. Per ottenere una casa poi... praticamente impossibile: troppe richieste e poche case... mi chiedo che deve fare un italiano onesto per sopravvivere... forse rubare? È questa la cosa che fa più male cioè essere spinti dal nostro Stato a rubare per vivere... no piuttosto muoio e qualcuno, per quanto importa, mi avrà sulla coscienza.

Provate a vivere un inverno come l’ultimo senza mai il conforto di una casa dove andare; provate e poi mi direte. Questo è rivolto a tutti coloro che credono che un homeless sia necessariamente un disgraziato o peggio ancora un delinquente. Tanto so che questa lettera non verrà mai pubblicata visto che non è la prima volta che vi scrivo e la mia situazione non vi farà vendere copie in più... tanto dovevo, tanto ho scritto.


Lettera firmata

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