Differenziata: polemiche sterili proposte assenti

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È noto che l’Amministrazione comunale clarense intende introdurre una modalità di raccolta dei rifiuti sul modello porta-a-porta, già in uso in tutti i Comuni a noi vicini e indicata da Regione Lombardia (Giunta Maroni) come la soluzione ottimale per raggiungere la percentuale di raccolta differenziata del 65% richiesta dalla legge (ora siamo al 42%). Si è arrivati a proporre questa soluzione analizzando le varie modalità e tecnologie disponibili in termini di risultati ottenibili, costi ed investimenti necessari, con uno studio iniziato già in fase di elaborazione del programma elettorale (con analisi di dati, visite ad impianti, incontri con i cittadini ed altre amministrazioni). In modo trasparente, questa proposta è stata inserita nel programma elettorale del Sindaco Vizzardi. Successivamente è stata nuovamente esplicitata nelle Linee Programmatiche dell’Amministrazione, approvate dal Consiglio Comunale a settembre 2014. Ricordo che, al contrario, la coalizione a sostegno del candidato Giuseppe Gozzini si limitò a criticare il porta-a-porta senza mai presentare una propria proposta. La ragione è semplice: non esistono alternative altrettanto valide. Oggi la minoranza consiliare continua la sua battaglia contro il porta-a-porta con la stessa linea della campagna elettorale, cioè non facendo nessuna proposta. Al contempo accusa la maggioranza di voler bloccare un referendum consultivo, ventilando una presunta discrepanza tra lo Statuto Comunale ed il Regolamento di Attuazione dello stesso. Questo non corrisponde al vero, in quanto è già possibile richiedere un referendum secondo l’attuale Regolamento, in vigore da 10 anni: lo Statuto demanda infatti al Regolamento le modalità di attuazione. (Art. 76 comma 11: Il regolamento di attuazione del presente statuto disciplina le modalità di attuazione del referendum consultivo). Raccolte le firme, verrà valutata la correttezza dal punto di vista tecnico ed il Consiglio comunale sarà tenuto a deliberare se indire o meno il referendum consultivo. È paradossale che le minoranze prima protestino a suon di fischietti ed insulti, titolando «L’Amministrazione blocca il referendum» e, dopo poche settimane, inizino la raccolta firme per richiederlo. Ritengono forse i clarensi così smemorati? Altro fatto importante: il ritardo con cui i gruppi di minoranza stanno cercando di «montare il caso»: la proposta del porta-a-porta è scritta nero su bianco dalla data delle elezioni di maggio/giugno. Perché aspettare 8 mesi? La risposta è semplice: in questi mesi all’interno del Comitato «Differenziamoci dal porta a porta» si è discusso sulla contro-proposta al porta-a-porta senza arrivare ad una sintesi tra i sostenitori della (disastrosa) «calotta» e quelli di modalità più «fantasiose» come Arrow-bio o similari. Questo è stato riferito dagli stessi portavoce del Comitato a dicembre, in un incontro con il tavolo di lavoro dell’Amministrazione che si occupa di rifiuti. Concludendo, è possibile affermare che: 1. Il Comitato finora non ha proposto nessuna modalità di raccolta alternativa al porta-a-porta che permetta di rispettare gli obiettivi di legge, considerando che la modalità attuale si è dimostrata inadatta. Anche la proposta di referendum chiede di esprimersi sul porta-a-porta senza proporre nessuna alternativa. 2. Le forze ora in minoranza sono le stesse che hanno guidato fino a pochi mesi fa sia l’Amministrazione comunale (Sindaco Mazzatorta) sia Chiari Servizi (con i Presidenti Enio Moretti e Gianpaolo Vallardi, ex senatore leghista di Treviso) nella più totale immobilità. Il risultato è che ora una modifica della modalità di raccolta non è più rinviabile. 3. L’Amministrazione comunale non solo è legittimata a perseguire il programma per cui è stata eletta, ha il dovere di attuarlo. 4. L’introduzione della raccolta porta-a-porta è un passaggio delicato. Come tutti i cambiamenti è comprensibile che ci siano resistenze e diffidenze iniziali. Alimentare i timori di alcuni cittadini (in particolare le categorie più deboli) è un atto sciocco e da irresponsabili, tipico di chi fa politica per il tornaconto del proprio partito anziché aspirare al bene della Città. Stefano Riccardi Capogruppo consiliare «Per una Chiari Virtuosa»

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