Così si raggira chi è in cerca di un lavoro

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Scrivo questa lettera con l’intenzione di denunciare, o in ogni caso portare alla luce, uno spiacevole accaduto che ho vissuto più volte nella mia ricerca di un lavoro, sia per una questione personale sia per avvertire altre persone nella mia situazione. La ricerca del lavoro è sempre più dura in Italia, specialmente se non si è raccomandati o comunque con molta esperienza, ma purtroppo questo non ferma certi individui che con false promesse attirano le persone interessate solo per poi proporre lavori di dubbia moralità; è stato questo il mio caso, più volte in passato ma anche in un episodio recente. Tali «enti» procedono sempre allo stesso modo: contattano le persone tramite linea telefonica o, come nell’ultimo caso, tramite un messaggio inviato da una compagnia telefonica, nel mio caso la Tim; ad organizzare il colloquio è sempre una segretaria che con falsa gentilezza presenta con scarse informazioni la loro ricerca di più figure lavorative, per varie mansioni; chiedendo ulteriori informazioni si ottiene come risposta solamente frasi vaghe, di nessuna utilità. Se il contattato accetta, gli viene chiesto di recarsi alla sede per un incontro di presentazione e di portare un curriculum. Io in totale sono stato contattato cinque volte da essi, ho partecipato al colloquio più volte ma in solo una sono andato fino in fondo, scoprendo così la verità su tali attività. Recatomi ad una sede, dopo un periodo di attesa in un atrio con vari altri interessati, ho incontrato infine il titolare; egli ha ribadito la presunta ricerca di personale per più tipi di mansioni, ad esempio amministrazione e magazzino, per poi propormi di assistere ad una giornata lavorativa tipica l’indomani, in cui guarda caso sarebbe venuto in sede un loro collaboratore, storia già sentita nei miei precedenti colloqui con loro. Nel giorno stabilito mi sono recato sul posto, trovando molti altri candidati; dopo una breve presentazione siamo stati divisi in piccoli gruppi e affidati ognuno ad un «dipendente» che ci avrebbe mostrato il lavoro. Con una macchina sono stato portato in una provincia a sud del Centro e lì ho dovuto assistere ad una giornata di porta-a-porta per conto di Enel, nella quale ho capito che non venivano proposti contratti puliti. Ritornando in sede la sera, avrei dovuto poi fornire un resoconto parlando bene dell’individuo che mi aveva mostrato il «lavoro», cosa che non ho fatto, tornandomene disgustato a casa. Un ulteriore avvertimento che voglio dare è di stare attenti perché tali «enti» cambiano numeri di telefono e inoltre attirano persone anche con annunci scritti, che cambiano spesso il contenuto. Concludo questa lettera con una domanda: perché raggiri simili non vengono fermati? Matteo Agazzi Brescia

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