Caraffa d’acqua per i bambini: un’imprudenza

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Ci sono giunte ulteriori preoccupazioni di molti genitori in merito alla volontà del Comune di Brescia (e non solo) di ripristinare (e per altri Comuni di mantenere) le «caraffe di acqua» nelle scuole. Ci pare una decisione affrettata, non condivisibile! L’Umi pensa che i risultati, forse buoni, del trattamento e filtrazione dell’acqua avviata da A2A per abbattere i livelli di cromo esavalente debbano consolidarsi e soprattutto lasciare tempo alle famiglie di verificare i risultati anche attraverso la conferma dei dati di laboratorio estesi all’intera rete delle scuole. Non dimentichiamo che A2A utilizza, al momento, la possibilità di mescolare l’acqua trattata con quella non trattata. Deve essere ben chiaro che tutti i pozzi restano con gli stessi valori di cromo VI in quanto il trattamento non ha modificato l’inquinamento della falde. L’abbassamento dei livelli del cromo avviene per effetto del trattamento in una fase successiva. Resta fermo quindi il principio, più volte sostenuto da Umi, che più il livello di cromo esavalente è basso meglio è in quanto si tratta di una sostanza cancerogena: l’obiettivo è quello di scendere a valori traccia. Non va mai dimenticato che la maggiore attenzione deve essere rivolta all’uso dell’acqua nei bambini, nelle donne in età fertile ed ancora di più in quelle gravide in quanto il cromo esavalente potrebbe passare dalla madre al feto come molti altri inquinanti, altrettanto dannosi, sui quali non mi pare si siano stati attivati trattamenti migliorativi. Perché questa nostra convinzione? Abbiamo chiarito che il cromo (e gli altri inquinanti) hanno un effetto molto più dannoso nei soggetti sopraricordati rispetto al resto della popolazione adulta. I limiti di legge (50 microgrammi/litro) sono calcolati con riferimento ad un soggetto di 70 Kg di peso corporeo. Non è difficile capire che questi limiti dovrebbero essere ridotti proporzionalmente per i soggetti di peso inferiore, donne e bambini. Va poi considerato che un bambino, ma anche un ragazzo (considerando tali anche quelli nell’età dello sviluppo) hanno un diverso metabolismo, più accelerato, così come quello delle donne in gravidanza. Resta pertanto il consiglio di Umi (ricordo che i medici dovrebbero essere le sentinelle della salute dei cittadini e ciò anche come dovere deontologico) di evitare l’uso alimentare dell’acqua dell’acquedotto a tutti, ma soprattutto alle categorie prima ricordate, considerate più a rischio. Certamente questa indicazione potrà essere rivista nel tempo con dati diversi e consolidati. Per tutti, ma in particolare per quanti più a rischio (bambini, donne fertili, donne gravide), anche in assenza di certezze scientifiche, deve valere per i sindaci (e per i gestori degli acquedotti) un approccio di massima responsabilità. Sull’esposizione specie continua al cromo e ad altri inquinanti, peggio se insieme, permangono da parte della comunità scientifica forti e crescenti preoccupazioni per la possibilità di sviluppo di gravi malattie in tempi medio-lunghi. Dobbiamo considerare per la fascia di popolazione meno giovane che questa è stata esposta da anni, inconsapevolmente, a veleni di ogni tipo dispersi nel territorio dalle attività industriali non sufficientemente controllate. Deve quindi prevalere per i medici e per gli amministratori il «principio di precauzione» che deve ispirare comportamenti conseguenti a tutela della salute dell’intera comunità considerando che oggi l’incidenza dei tumori in età pediatrica è sensibilmente più elevata in Italia rispetto ai paesi europei e ciò anche in Lombardia. Purtroppo dobbiamo constatare, amaramente, che la politica (sia nazionale sia locale) ha, da anni, consentito ogni tipo d’abuso sul territorio ed è mancata una concreta tutela dell’ambiente (basti vedere che non è stata avviata in maniera concreta la bonifica dei maggiori siti inquinati censiti che sono 47 in Italia di cui ben 7 in Lombardia). In queste condizioni è pertanto necessario mantenere alta la vigilanza da parte dei cittadini e delle loro associazioni per esercitare ogni pressione possibile per ottenere l’avvio del risanamento ambientale (comprese le acque di superfice e del sottosuolo) volto a creare migliori condizioni di vita e anche maggiore occupazione che di questi tempi è una priorità di pari importanza della Salute. cav. dott. Francesco Falsetti Presidente Umi

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