Garda

Camanini e il suo Lido 84 nel gotha mondiale della ristorazione

Per una sera 37 chef tra i migliori al mondo, sparsi nei cinque continenti, parteciperanno ad un «scambio internazionale di ristoranti
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Già il nome è curioso, «The Grand Gelinaz! Shuffle 2015», ma la manifestazione lo è ancor di più, una serata per la quale vale davvero la pena d’usare la parola evento.

Per una sera 37 chef tra i migliori al mondo, sparsi nei cinque continenti, parteciperanno infatti ad un «scambio internazionale di ristoranti». Ciascuno di loro si ritroverà in pratica a preparare una cena di otto portate nella cucina d’un altro, cercando di interpretare e personalizzare secondo la sua cultura specifica la cucina e i piatti dell’altro in un happening creativo unico e di fatto irripetibile.

L’idea è di «Gelinaz», il gruppo ispirato dal giornalista Andrea Petrini e dallo chef Fulvio Pierangelini (ricordate il mitico «Gambero rosso» di San Vincenzo?), che riunisce gli artisti dei fornelli più aperti e creativi del pianeta, ed andrà in scena stasera in contemporanea nei 37 ristoranti di tutto il mondo.

Ne parliamo qui perché tra i soli cinque italiani del gruppo - insieme a Fulvio Pierangelini, Massimiliano Alajmo, Massimo Bottura e Davide Scabin - c’è il bresciano Riccardo Camanini del «Lido 84» di Gardone Riviera. Proprio Riccardo è partito lunedì 6 luglio, senza brigata e senza prodotti propri, alla volta della destinazione segreta che gli è stata comunicata solo pochi giorni fa. Lo stesso giorno al «Lido 84» di Gardone è approdato uno chef che si svelerà solo stasera durante la cena che in queste ore sta preparando nella cucina e con i prodotti gardesani più cari a Riccardo.

Il riserbo sul nome dello chef impegnato questa sera a «Lido 84» fa parte del gioco anche se si può già star certi che si tratta di una star della ristorazione e della cucina mondiale, giacchè tutti e 37 i protagonisti di questo «Shuffle» lo sono.

A cominciare dal mostro sacro francese Alain Ducasse o dal danese Renè Redzepi del «Noma» di Copenhagen (per tre anni consecutivi eletto miglior chef al mondo dal Best di San Pellegrino) proseguendo magari con Carlo Mirarchi del fenomeno «Blanca» di New York o con il basco Andoni Luis Aduriz, con l’«inventore» del nuovo bistrot parigino Inaki Aizpitarte o con lo spagnolo Albert Adrià (fratello di Ferran e con lui per anni all’indimenticabile El Bulli), con lo scozzese trapiantato in Australia, ad Adelaide, Jock Zonfrillo, che ha rilanciato la cucina aborigena, o con il brasiliano Alex Atala, con la slovena Ana Ros o il giappomnese Yoshiniro Narisawa o il cileno Rodolfo Guzman e via elencando una sorta di Gotha della cucina innovativa d’ogni parte del globo. L’appuntamento al buio, dunque, è per questa sera al «Lido 84» e in altri 36 ristoranti del mondo

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