Economia

Una mamma su cinque lascia dopo il primo figlio

Conciliare qualità della vita e tempi di lavoro è possibile? La situazione per le donne resta critica, sottolinea il presidente dell'Inps, Boeri
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In Italia una mamma su cinque rinuncia al lavoro prima che il figlio compia 2 anni. È un nuovo campanello d'allarme per il mercato del lavoro su cui però oggi l'attenzione della politica e delle istituzioni è più alta che in passato. A Milano il Comune ha lanciato la settimana del lavoro agile, coinvolgendo oltre 10 mila lavoratori per scoprire come conciliare qualità della vita e tempi di lavoro, che spesso è il «nodo» della questione.

«C'è una penalizzazione forte delle donne quando diventano madri: il 20% delle donne lavoratrici due anni dopo la nascita del primo figlio non lavora più. Per chi continua a lavorare c'è una perdita reddituale del 15% circa», ha sottolineato il presidente dell'Inps, Tito Boeri. L'utilizzo del lavoro agile «corrisponde alle esigenze di garantire pari opportunità, ma può servire anche per alcune criticità che frenano la crescita. Come ad esempio la bassa partecipazione al mercato del lavoro delle madri».

Questo, ha aggiunto, è un fatto «insostenibile per il Paese anche per un problema di crescita perché potenziale capitale umano molto forte va sprecato e il lavoro agile può rispondere a un'esigenza di una maggiore conciliazione, senza penalizzare le aspirazioni di crescita di carriera. Noi ci crediamo molto».

Il Governo guarda alle donne con una serie di misure ad hoc, volte a riequilibrare carichi di lavoro e trattamenti salariali con quelli degli uomini.

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