Economia

Savelli verso la cessione delle quote a due investitori

Avviate le trattative con la Maus di Padova e la Italglobal di Milano; coinvolti 122 lavoratori
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Savelli è il nome di un’importante famiglia di imprenditori bresciani, ma anche un marchio di qualità nato oltre 170 anni fa in una piccola bottega della provincia e oggi riconosciuto in tutto il mondo, soprattutto nell’ambito meccanico-siderurgico. Savelli è insomma una lunga storia d’impresa che ha segnato lo sviluppo del nostro territorio e che oggi, purtroppo, registra un momento di seria difficoltà economica.

Il motivo? In realtà ve n’è più di uno e sono tutti coniugabili con le sofferenze patite dall’intero comparto delle fonderie, dove comunque la Savelli vanta una leadership nella fornitura di impianti.

Il presidente Luigi Savelli, affiancato dai suoi più stretti collaboratori (tra questi anche Vito Germinario, consulente esterno che già in passato ebbe un ruolo decisivo per il rilancio della società), da settimane sta cercando la via d’uscita da una situazione piuttosto complicata. Con questo intento, secondo alcune indiscrezioni trapelate dal quartier generale di via Cacciamali, l’imprenditore bresciano ha avviato una trattativa con due investitori per la cessione di una significativa quota societaria

Al tavolo con il patron Savelli - secondo quanto riferiscono dal sindacato - si sono seduti i rappresentanti della Maus di Padova e della Italglobal Partner di Milano.

Al di là delle attuali difficoltà finanziarie (ad esempio alcune mensilità in arretrato nei confronti dei lavoratori e una serie di posizioni debitorie piuttosto critiche), il business della Savelli (122 i lavoratori) - a parere dei più esperti - presenta ancora ampi margini di sviluppo. Un’ulteriore conferma, a tal proposito, arriva anche dal fatto che l’attività produttiva della società bresciana non si è mai interrotta.

Dalla famiglia Savelli, per il momento, non sono giunte altre informazioni. Anche se da fonti interne all’azienda è stato assicurato che la proprietà si sta adoperando per risolvere al meglio questa situazione «sia negli interessi dell’impresa, sia in quella dei suoi lavoratori e di tutti i fornitori».

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