Economia

Le medie imprese salvano il lavoro

Indagine Aib su 135 aziende associate che occupano 21mila persone. Nel 2013 perso «solo» l'1% degli addetti.
AA
Posti di lavoro: «Brescia tiene botta». E le medie imprese salvano il lavoro. Affermazioni da inserire con cautela in un quadro generale che parla di un tasso reale di disoccupazione al 16% (era al 4% negli anni d’oro). Ma è il dato che l’Aib ha presentato questo venerdì dopo aver fatto un sondaggio su 135 aziende associate che occupano 21mila addetti.
 
Le aziende rappresentano un campione della nostra struttura economica (115 industrie e 20 aziende di servizi), ripartite fra grandi, medie e piccole, anche se il dato medio (21 mila addetti diviso 135 aziende) stabilisce in 150 e passa il numero medio degli addetti e quindi si colloca nella fascia alta per lo standard provinciale. Il «tener botta» - per usare l’espressione sintetica di Paolo Streparava, vicepresidente di Aib che ha presentato l’analisi con lo staff dell’ufficio Studi - trova giustificazione nel dato immediato: rispetto al 2012, le 135 aziende interpellate hanno perso l’1% dei 21 mila addetti complessivi. Persi per mancato rimpiazzo di chi ha lasciato per pensione, scelta personale, anche per licenziamento. Il dato, pur negativo, giustamente Streparava lo considera «confortante», anche se - va aggiunto - il 44,5% delle aziende ha fatto ricorso alla cassa integrazione e quindi ha ammorbidito l’eventuale eccesso di manodopera. Quella che è una «sostanziale tenuta dell’occupazione», conferma, anche su questo fronte, quel che si ripete da tempo. Ovvero: le aziende strutturate, quelle che in questi anni hanno coltivato i mercati esteri stanno consolidando le posizioni e quindi riescono a «tener botta» anche sul fronte occupazionale.
 
Ma lo studio dice anche altro. Francesco Beghetti (responsabile della sezione Sviluppo Imprese e Internazionalizzazione di Aib) e con lui Caterina Perugini e Davide Fedrighini dell’ufficio Studi, hanno esposto il quadro complessivo dell’analisi. Qualche altro dato curioso emerge. C’è anzitutto quello relativo alle modalità di assunzione. Il 96% dei 21 mila dipendenti delle 135 aziende è a tempo indeterminato, anche se è vero che nel 2013 solo il 41% dei nuovi assunti lo è stato con questa modalità. Dei 21 mila dipendenti, altra curiosità, il 7,4% è extracomunitario, mentre il 60% ha solo il titolo di scuola inferiore.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia