Economia

Hermann, il tree climber: un lavoro in verticale

Costruirsi una professione a 21 anni, tra amore per l'ambiente e scommessa economica: la storia di Hermann Vivaldi.
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Mettere mano alla chioma di paulownia tomentosa di centinaia di anni non è da tutti, non foss’altro che per la difficoltà a raggiungere i rami da potare a decine di metri d’altezza. Oltre, ovviamente, alla competenza sul come e dove intervenire.

Hermann Vivaldi è un giovanissimo, solo 21 anni, che ha deciso di scommettere il suo futuro (sul fronte lavorativo) arrampicandosi sugli alberi per potarli: è un tree climber professionista. Il tree climbing (appunto letteralmente arrampicata sugli alberi) è una tecnica di lavoro, innovativa ed ecocompatibile, che attraverso l’utilizzo di corde e imbragature come per le scalate in montagna permette di potare e abbattere alberi di ogni tipo, in modo «sicuro e vantaggioso» sottolinea Hermann.

Ma quella del tree climber è molto più di una professione; il contatto diretto con la pianta, il salire tra i suoi rami, crea un rapporto speciale: si interagisce con un essere vivente, che possiede un linguaggio proprio, seppur (certo) non verbale. Tagli errati o troppo pesanti possono compromettere la vita stessa dell’albero. Il tree climbing si basa inoltre su un approccio diverso alla pianta. Consente una potatura essenziale, evitando di danneggiare l’albero come può succedere con l’impiego di macchine operatrici o di tecniche di lavoro non corrette. Permette anche di valutare la presenza o l’insorgere di patologie e di difetti strutturali del tronco e della chioma, difficilmente visibili con altre tecniche, e di operare su alberi radicati in luoghi non accessibili a mezzi meccanici. Per fare un esempio, basti pensare a quelle case di montagna che magari nel prato hanno un gigantesco castagno: un tree climber è l’uomo giusto per sistemarlo, può fare tagli di potatura non soltanto dove si arriva, ma dove serve, non è certo poca cosa.

La tecnica si è sviluppata ai primi del ’900 negli Usa e poi in Europa, arrivando in Italia negli anni ’90, dove solo ora inizia a diffondersi. Hermann (che deve il nome alle origini tedesche di una nonna), di Cellatica, dopo il diploma al Lunardi ha fatto il barista per un anno, ma quella non era la sua strada: gli era chiaro ogni giorno di più. È stato mentre lavorava con alcuni giardinieri che gli si è accesa la lampadina: tentare il tree climbing. Da lì all’iscriversi a un corso è stata breve, così come l’inizio della nuova attività partita a giugno 2013.

Circa 10mila euro l’investimento iniziale: tra attrezzature e furgoncino. Un rischio accettabile. Dopo dodici mesi è quindi tempo di tracciare un primo bilancio. «Sono molto soddisfatto» sancisce con sicurezza Hermann, all’origine della scelta professionale non c’è però un’amore smisurato per l’ambiente, è più dirompente la passione per l’arrampicata. Anche se poi, certo, a forza di stare sugli alberi, e di condividere con loro le giornate, la natura gli è entrata nel sangue. La sua attività (www.treeclimbingbrescia.it) è distribuita durante tutto l’anno, «dall’inizio, per fortuna, ho sempre lavorato». Ora si è allargato anche al giardinaggio, «ma per quello sto ancora studiando». L’entusiasmo e la voglia di fare non gli mancano certo.

Francesco Alberti
Andrea Pasinetti

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