Economia

Fotovoltaico: i super incentivi garantiti solo fino a maggio

È iniziato il conto alla rovescia per chi intende investire nel fotovoltaico. Dopo giorni di polemiche ed incertezze, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto sulle «energie rinnovabili». Un provvedimento al quale guardano con interesse molte imprese e cittadini bresciani, ma valido solo finoa maggio.
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È iniziato il conto alla rovescia per chi intende investire nel fotovoltaico. Dopo giorni di polemiche ed incertezze, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto sulle «energie rinnovabili». Un provvedimento al quale guardano con interesse molte imprese e cittadini bresciani: non a caso Brescia, con i suoi 5.856 impianti (dati del Gse a febbraio 2011), è una delle prime province italiane che crede nel settore; e le aziende attive nel Bresciano rappresentano un comparto industriale che negli ultimi anni ha saputo crescere ed investire creando posti di lavoro.
Il decreto (43 articoli, 9 titoli, quattro allegati tecnici) conferma i «super-aiuti» al settore (l'Autority li ha recentemente definiti i più profittevoli al mondo), ma da giugno si procederà a una rimodulazione del sistema per tutti gli impianti allacciati alla rete dopo il 31 maggio 2011. Tra le novità del decreto la norma che fissa per i terreni agricoli una massimo utilizzo del 10% della superficie ed 1 Mw di potenza (regola che non vale per i campi abbandonati da 5 anni).
«Un decreto che non prevede nessun taglio, nessun tetto, nessuno stop allo sviluppo del settore produttivo - spiega il sottosegretario bresciano Stefano Saglia -, ma attua quelle che sono le linee del piano energetico nazionale varate lo scorso giugno per dare all'Italia il 17% di energia pulita e che stabiliva il raggiungimento di 8.000 Mw di fotovoltaico entro il 2020. Negli ultimi mesi c'è stata una vera e propria corsa al fotovoltaico, spinta anche dalla proroga degli incentivi del secondo Conto Energia».
Ma il problema secondo Saglia è anche un'altro: «Abbiamo gli incentivi più alti d'Europa e questo ha attratto forti investimenti stranieri, in alcuni casi speculazioni finanziarie. Le conseguenze sono un conto salatissimo che rischia di ripercuotersi sulle bollette degli italiani per i prossimi 20 anni. L'impegno è di trovare il giusto equilibrio di fonti energetiche per il Paese senza fermare la crescita del settore».
Il nuovo regime degli incentivi non si conoscerà prima di aprile, ma tra gli esperti del fotovoltaico c'è la consapevolezza della necessità di una correzione di rotta: «Queste tariffe sono oggi fin troppo generose, ma il settore deve programmare, si sono fatti investimenti ed è indispensabile sapere subito su quale livello si assesteranno i nuovi incentivi - spiega Alessandro Cremonesi, titolare della Ngr Agrivis di San Zeno -. L'obiettivo degli aiuti è quello di sviluppare una filiera industriale e rendere la tecnologia fotovoltaica autosufficiente; credo una riduzione del 25%-30% possa essere assorbita dal sistema». Ma Cremonesi va oltre: «Oggi in Italia ci sono impianti per 7 gigawatt - continua -, ma quanti di questi sono a tecnologia italiana o europea? Questi aiuti rischiano di incentivare la filiera cinese. Così come ha fatto Obama negli Stati Uniti, l'Europa dovrebbe incentivare la tecnologia europea».
Paolo Candusso, amministratore delegato della Ilum Renewable Energies, società di Pontevico che progetta e realizza impianti fotovoltaici, la pensa allo stesso modo: «In questi due anni si sono incentivati in modo immorale i grandi impianti a terra e le speculazioni straniere - spiega -. Perdendo di vista l'obiettivo dell'autosufficienza delle imprese. La correzione ci deve essere, ma non si possono stravolgere le regole ogni sei mesi. Gli imprenditori hanno investito ed il settore ha bisogno di certezze».
Roberto Ragazzi

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