Economia

Expo, l'Albero della vita fatica a mettere le radici

La realizzazione dell'opera è a rischio. Brescia lancia l'ultimatum a Milano: lunedì vertice in Aib
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«La faccia per Expo ce l’abbiamo messa tutti e dobbiamo farcela tutti. Altrimenti ognuno si prenda le proprie responsabilità». È lapidario Giancarlo Turati, delegato Aib per la questione Expo 2015.
 
Fa proprie le parole pronunciate mercoledì a Roma dal Capo dello Stato, e chiede chiarezza su una questione che si arrovella ormai dallo scorso febbraio: la realizzazione dell’Albero della Vita, monumento icona di Expo 2015 da installare davanti al Padiglione Italia, sull’apposita piastra (già realizzata) al centro del Lake Arena.
 
Il braccio di ferro prosegue da mesi. Da una parte i sostenitori del progetto in parte già finanziato dalle imprese bresciane, ossia il Commissario del Padiglione Italia Diana Bracco e il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina (che vedono nell’opera il simbolo «irrinunciabile» della volontà di riscatto di tutto il sistema imprenditoriale italiano); dall’altra c’è il Commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, preoccupato per i ritardi accumulati nella realizzazione di Palazzo Italia e del cardo. I tempi stringono ed è forte la sensazione che per Sala l’Albero rischi di diventare un’intralcio nella prosecuzione dei lavori.
 
Lunedì in Aib si svolgerà un maxi-vertice al quale parteciperanno la trentina di aziende che lo scorso febbraio avevano risposto alla chiamata di Aib e di Expo 2015 per realizzare (e finanziare interamente) la parte strutturale del monumento.
 
«Lunedì stileremo un elenco di punti sui quali chiediamo garanzie sulla fattibilità del progetto - afferma Turati -. Otto-dieci punti precisi e circostanziati, sui quali chiederemo unità d’intenti. Inutile nascondersi dietro a un dito: l’Albero della Vita deve essere l’opera di tutti. Ci dicano se va fatto e noi partiremo con i lavori. Altrimenti ognuno dovrà prendersi le proprie responsabilità».

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