Economia

Edilizia? «È il Far West»

Il Collegio Costruttori: «Ripartire dalla legalità». I numeri drammatici della crisi. Attendiamo i vostri commenti e le vostre proposte
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Era l’Ovest. È diventato un Far West. Ma l’eterna lotta fra banditi e sceriffi pare ormai aver toccato tutte le latitudini. E, finchè c’erano pepite e filoni d’oro in abbondanza, poteva persino starci il farabutto della prateria che assaltava gli affamati cercatori. Ci si rimetteva in sesto e si ripartiva a picconare e metter da parte. Ma adesso il filone pare proprio esaurito, così come esaurite paiono essere le risorse accumulate e la pazienza degli affamati cercatori. 
 
È l’edilizia dell’Ovest, ma - come hanno detto recentemente in conferenza stampa un gruppo di sindacalisti - è l’edilizia bresciana tout court: un Far West, hanno detto ricorrendo ad una immagine forse un po’ forte ma che sintetizza il quadro: un posto dove la legge è - in molti casi - un optional, anche per chi la legge la dovrebbe onorare, non solo per il bandito di turno.
 
Da dove si dovrebbe partire per dare un minimo di prospettiva al settore edile? Vediamo. Due numeri per inquadrare il quadro difficile così come sono stati forniti dai segretari generali di categoria di Cgil-Cisl e Uil (Renzo Bartolini, Roberto Bocchio e Raffaele Merigo) e con loro Paolo Averoldi e Niane Ibrahima che per conto di Cisl e Cgil presidiano, in particolare, le aree dell’Ovest. Due numeri, si diceva: dal 2010 ad oggi abbiamo perso, suppergiù, un terzo di imprese e lavoratori; oggi sono mediamente 2500 aziende e poco meno di 12mila addetti. Se il raffronto lo si fa col 2008 - ultimo anno d’oro per il settore - siamo alla metà. Disastro. E le prospettive - hanno avvertito - non sono delle migliori.
 
Il tema dei temi messo sul tavolo dal sindacato è: ripartire dalla legalità. Serve - hanno detto - che col Collegio Costruttori si firmi un protocollo di legalità aggiuntivo alle leggi attuali, un qualcosa che consenta di tenere monitorate imprese e committenti così da evitare perversioni e tutelare le aziende serie, che ci sono ma fanno doppia o tripla fatica a restare su un mercato già difficile di suo e oltrettutto inquinato da aziende a dir poco non corrette. 
 
Il campionario delle perversioni, delle situazioni non corrette, delle disperazioni di operai (ma anche di imprenditori) è lungo. C’è il tema dei ribassi eccessivi. Citato il caso di lavori in Expo col 35%. Follie. Ci sono imprese che «convincono»<SC99,45>dipendenti a farsi la partita Iva con annesso calo della retribuzione. Apri la partita Iva, devi pagarti l’Inps e poi capita - come accade - che l’impresa non ti paghi e ti ritrovi a doverti pagare l’Inps senza avere preso nulla. Ci sono imprese che chiudono, poi riaprono con altro nome sempre con annesso calo di stipendio. Ci sono imprese che «convincono» alcuni dipendenti a licenziarsi facendo loro sperare in una possibile nuova assunzione da lì a qualche mese in una impresa nuova che verrà aperta. C’è chi ci ha creduto, aspettato mesi ma senza essere assunto e nel frattempo - passati 60 giorni - il licenziamento non è più impugnabile.
 
Poi ci sono le perversioni dei committenti. Ci sono i massimi ribassi, ma ci sono anche enti o società pubbliche che non pagano e quindi alimentano il disastro. La Tangenziale Est Milano sarebbe fra questi - hanno detto in conferenza stampa i sindacalisti. La Provincia di Brescia nel recente passato era stata citata da alcune imprese: non pagava da mesi, anni. Chiari, Castelvocati, Paitone (fra gli altri paesi citati) hanno arretrati importanti nei confronti di imprese costruttrici. Ci sono Comuni che hanno fatto appalti senza chiedere il Durc, il Documento unico di regolarità contributiva. A Gavardo, qualche tempo fa, nel cantiere che stava costruendo l’ospedale venne fuori una storia di lavoratori rumeni pagati 50 euro a settimana. E poi c’è chi paga gli operai coi voucher (non è possibile in edilizia), chi assume gente nei cantieri col contratto dell’agricoltura e c’è stato chi aveva preso due restauratrici col contratto metalmeccanico. A Rezzato, qualche tempo fa, un operaio brasiliano è morto mentre cambiava una finestra alla palestra del Comune, ma pare che in Comune nulla sapessero (?). Fresca-fresca: hanno appaltato la costruzione di un padiglione Asl in viale Duca degli Abruzzi con un ribasso da fuori di testa. E l’elenco potrebbe andare avanti. 
Era l’Ovest. Adesso è diventato un po’ tutto Far West. 
 
 
Attendiamo i vostri pareri, le vostre esperienze e le vostre proposte: via e-mail all'indirizzo g.bonfadini@giornaledibrescia.it e su facebook, sotto forma di commento al post. Li utilizzeremo nelle prossime puntate sul Giornale di Brescia dedicate al tema. 
 
Gianni Bonfadini

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