Cultura

Per sempre Squeezers, indimenticate ragazze rock

30 anni fa una band di giovanissime tutta al femminile salì alla ribalta. Un solo disco: poi l'addio.
Squeezers - «I'm a rock'n'roller»
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Courtney Love sfama già ambizioni da rockstar, ma è il lato groupie ad avere la meglio. La più concreta Jennifer Finch raggiungerà a breve le L7, ma non è ancora tempo. Nel 1983, quando si formano, le Squeezers - band bresciana tutta al femminile - devono giusto vedersela, con Bangles e Go Go's. Ragazze, sì, ma non «grrrl», tanto meno «riot». A dirla tutta, a Luisa Giovanelli - tastierista del gruppo fondato con Monica e Laura Roversi, bassista e batterista, cui si aggiunge in seguito la cantante Giuliana Pagnotta - nemmeno interessa.
 
Sono giovanissime, tra i 14 e i 17 anni, e vogliono solo suonare. Luisa e Monica sono compagne di scuola. Tra un compito e l'altro studiano musica: Monica e la sorella sono iscritte in Conservatorio, entrambe a pianoforte, strumento che Luisa studia privatamente. Manca una chitarra. Tre ragazze su quattro, perché non tentare il poker? La carta giusta non è ancora nel mazzo, e le giovani ripiegano su due chitarristi e un cantante. Si chiamano Herg.
 
Per l'incontro con Giuliana, quarto elemento del trio, galeotti sono concorsi e serate: nel 1984 nascono ufficialmente le Squeezers: Luisa e Monica hanno 18 anni, Laura 16 e Giuliana 19. I loro ascolti guardano oltreconfine e soprattutto oltreoceano, eccezion fatta per Vasco, il Vasco dei primi anni Ottanta, insieme a Sex Pistols, Ramones, Stiff Little Fingers, il Boss, Pretenders, John Cougar... Giuliana, lei sola, non disdegna l'hard rock e strizza l'occhio al pop nascente di Madonna, cordialmente snobbata dalle altre. Ascoltano, ma non sono alla ricerca di un'identificazione. A sedici anni più o meno vuoi suonare, e vuoi suonare la tua musica, se ce l'hai. Le Squeezers ce l'hanno, nulla da dire: un pezzo come «I'm a rock'n'roller» spacca ancora, spacca per l'età delle autrici. Spacca e basta. 
 
Non ci vuole molto perché in Italia prima e all'estero poi si accorgano che le quattro ragazze bresciane del rock quando arrivano in un locale non estraggono cipria e rossetto ma suonano davvero: niente tempi morti, scaletta a rotta di collo, grinta da vendere e solo brani propri, rigorosamente in inglese. Prove su prove su prove, sabati, domeniche e pomeriggi rubati agli amici.  Sessioni infinite in cui si suona, ci si confronta, qualche volta si piange. Per i testi le Squeezers guardano alla vita, ai fatti accaduti, alle emozioni vissute. All'amore quasi mai. «I'm a rock'n'roller», per esempio, racconta cosa accade quando il rock ti batte nel petto, è tutta la tua vita e non c'è molto altro da aggiungere. 
 
Il primo concerto è a Verona. Niente tacchi alti, spacchi provocanti o scollature da urlo per le Squeezers: in scena portano la musica. Si esibiscono in Veneto - tra l'altro in manifestazioni come «Verona Rock» o «Montecchio Rock» -, a Torino, a Brescia... Tutto per «Fare musica». Dichiarazione d'intenti ch'è pure una rivista: nel 1986 pubblicizza un concorso per band emergenti a Pistoia. Le Squeezers partecipano. Non vincono, ma Oderso Rubini, produttore, non se le lascia sfuggire. Le porta con sé al Lark Recording Studio - ci erano già passati gli Yes -, nel Castello di Carimate, e le assiste nella gestazione del disco «I'm a rock'n'roller».
 
Il primo. E l'unico. Uscito anche in Spagna in occasione di una tournée del 1987. La prima e l'ultima: durante quel tour le Squeezers si sciolgono. Screzi, incomprensioni. Sciocchezze, forse. Ma la musica è una cosa seria, e a nemmeno vent'anni non sei disposto a passar sopra alle tue idee in favore del music biz. Finita? Finita. Meglio: i contatti fra il nucleo fondativo e Giuliana si sfaldano, nondimeno le Squeezers della primissima ora continuano - ci provano - con una nuova cantante, poi un chitarrista. «Quel treno, però, era ormai passato», constata oggi Luisa. Passato ma non dimenticato: la giornalista Jessica Dainese dedica alla band un capitolo del suo libro «Le ragazze del rock» (ed. Sonic Press 2011) presentato anche a Brescia, al Carmen Town, lo scorso anno. E parlando di esperienze musicali al femminile a Brescia non c'è produttore o artista che manchi di nominarle.
 
Oggi Luisa - che nel frattempo si è diplomata in sax al Conservatorio - insegna musica al liceo e ha due figli, come del resto Laura, professionista nel campo dell'informatica e Giuliana, assistente sociale. Monica è stata portata via nel 1995 da un male senza cura.
 
Raffaella Mora
 

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