Cultura

«Il tempo nel mezzo», dal matrimonio al reportage

Inaugura il 22 magio la mostra con gli scatti di cinque fotografi bresciani: Gilberti, Baruffi, Mancini, Ricca e Petrò
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«Scattare fotografie durante i matrimoni è come fare un reportage: si tratta di un modo di documentare la realtà. Se vedi qualcosa di inatteso che ti colpisce scatti, anche se sai già che quell'immagine non finirà mai nell’album degli sposi».

Partendo da questa prospettiva il fotografo Andrea Gilberti, forte di una lunga esperienza nel solco della professione paterna, ha ispirato i colleghi Giorgio Baruffi, Alberto Mancini, Roberto Ricca e Alberto Petrò. I cinque hanno cominciato a confrontarsi sul tema incontrandosi abitualmente nello studio di Petrò (l’Atelier Inlimbo, una roccaforte della stampa in bianco e nero, che ha recentemente ereditato l’ingranditore dello storico laboratorio Patera, ormai chiuso).

Motivandosi a vicenda nella ricerca hanno poi selezionato le prime immagini e chiesto un’opinione al gallerista Massimo Minini, che li ha spronati a proseguire, promettendo loro un testo a commento del progetto. E così ha preso vita l’organizzazione della mostra fotografica «Il tempo nel mezzo», in collaborazione con Nicola Falappi di Studio Quaranta, che si svolgerà dal 22 al 24 maggio a Palazzo Mondini, in via Fratelli Bandiera 24 in città. Per l’inaugurazione, venerdì 22 maggio alle 18, il musicista Titti Castrini si esibirà nel cortile del palazzo.

Verranno esposte cinquanta stampe tratte dagli archivi dei cinque fotografi: una specie di sinfonia di storie parallele, ideata da Petrò, che descrive gli scatti come «attimi di tiepida intimità, momenti inconsueti di sospensione in un tempo di mezzo, situazioni apparentemente distaccate da ciò che di più importante sta accadendo: una telefonata inaspettata, la densità dei pensieri di un uomo seduto in disparte, un’attesa all’ombra di un portone».

Paolo Fossati

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