Cultura

Herbie Hancock: il jazz cremoso conquista il Grande

Hancock ha ripercorso oltre mezzo secolo di note che non si limitano al blu, ma sfumano nelle pieghe di un iride luminescente
Herbie Hancock re del Grande per una notte
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Non c’è Herbie senza spina, quella delle tastiere. E non c’è Hancock senza piano. E non v’è nulla nella musica dell’artista di Chicago che non venga centrifugato in un jazzshake cremoso, da gustare con voluttà.
 
Con un Teatro Grande tutto esaurito pronto ad osannarlo ad ogni nota, Hancock ha ripercorso oltre mezzo secolo di note che non si limitano al blu, ma sfumano nelle pieghe di un iride luminescente.
Tra i brani in scaletta «Actual Proof», «Seventeen», «Watermelon man», «Cantaloupe Island», «Rock It» e «Chameleon».
 

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