Cultura

Ambra presenta il suo film con Renga e figli

L’attrice alla Oz con Renga e figli presenta «Ti ricordi di me?» di cui è protagonista.
AA

Se fossimo in una sitcom americana, il regista direbbe sicuramente «Buona la prima!». Interpreti, una lei e un lui. La lei della coppia, Ambra Angiolini, è ospite alla multisala Oz per la proiezione del suo ultimo film «Ti ricordi di me?» diretto da Rolando Ravello. Lui, il compagno dell’attrice, il cantautore bresciano Francesco Renga, con i figli Leonardo e Jolanda, e i loro amichetti, è alle prese con il rifornimento di popcorn.

«Francesco ha visto il film?», chiediamo. «Macché. Ce l’abbiamo pure a casa in dvd. In compenso i miei figli l’hanno già visto due volte», risponde Ambra. «L’ho visto. Incredibili Julia Roberts e De Niro. C’è pure un cameo di Ambra Angiolini», scherza Renga. Da bravo papà avverte la compagna. «Allora vado in sala con i bambini». Prende posto con Jolanda e Leonardo e ascolta Ambra che saluta gli spettatori prima che le luci si abbassino e sullo schermo appaiano i protagonisti di «Ti ricordi di me?».

Ambra, nel film, è Bea, maestra elementare elegante e apparentemente svagata, alle prese con una rara forma di narcolessia e perdite di memoria. Davanti al portone del suo terapista incontra Roberto (Edoardo Leo), scrittore di improbabili storie per bambini che soffre di cleptomania. Si innamora a prima vista di Bea e inizia un corteggiamento tenero e buffo. «Il film è un piccolo miracolo. È nato dalla voglia di vedere al cinema questa storia d’amore molto divertente e delicata. È la storia di tutti noi. Chi di noi non convive con le proprie fragilità? Bea e Roberto con i loro difetti, le loro manie, appaiono unici e speciali», dice Ambra.

È felice «perché per la prima volta riesco a fare un saluto alla Oz, dove vengo spesso a vedere i film da spettatrice. Cercheremo di organizzare altre anteprime in questa città che mi ha adottato». Poi si siede accanto al compagno. Buio in sala. Adesso sì che Renga potrà dire la sua sull’ultima metamorfosi cinematografica di Ambra.

Paola Gregorio

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia