Un Paese stressato finalmente al voto

Con il referendum si è rimesso in moto il meccanismo del conflitto bipolare, con un dibattito politico fortemente radicalizzato
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È arrivato il momento di contarsi e di capire cosa ne pensano gli italiani. Dopo aver ascoltato per mesi le opinioni, quasi mai pacate, dei politici e degli opinionisti, il momento dell’urna giunge come un sospirato, e negli ultimi giorni persino invocato, atto conclusivo.

Il fatto è che al netto di ogni altra considerazione questo referendum, pur avendo favorito anche un largo dibattito politico e culturale come da tempo non si vedeva in Italia, lo ha visto portare avanti non in funzione di una riflessione costituente, come avrebbe dovuto essere, data l’importanza della posta in gioco.

Si è invece preferito rimettere in moto il meccanismo del conflitto bipolare, tipico dell’appello referendario, ma in assenza di un sistema politico bipolare, quello che qualche anno fa sperimentammo sotto forma di berlusconismo/antiberlusconismo.

Ora, in un contesto del tutto diverso e molto più frastagliato, il tentativo dell’esecutivo Renzi di «governare» attraverso la classica, ma rischiosa, formula del partito della nazione, ha favorito il ritorno ad un bipolarismo personalizzato. 

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