Tirocini coi medici di famiglia per i futuri dottori

Firmata la convenzione tra Università degli Studi, Ats e Ordine dei medici
Un medico alla scrivania - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Studenti di medicina che si immedesimano nel ruolo di medico di famiglia, visitano i pazienti in ambulatorio, studiano il contesto familiare, imparano dal medico di medicina generale in un ambiente che non è quello ospedaliero.

Per la prima volta gli studenti del triennio clinico del corso di laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Brescia avranno la possibilità di affiancare questa nuova esperienza formativa all’offerta di tirocinio nei reparti ospedalieri. La convenzione, che risponde a un’esigenza molto sentita anche da parte degli studenti, è stata firmata dal rettore Maurizio Tira, dal direttore generale dell’Ats di Brescia Carmelo Scarcella e dal presidente dell’Ordine dei Medici Ottavio Di Stefano.

Tale esperienza, che rientra tra le cosiddette «attività formative professionalizzanti di assistenza territoriale», porterà al riconoscimento di crediti formativi, consentendo ai futuri medici di confrontarsi con la pratica clinica quotidiana al di fuori delle mura dell’ospedale.

Con il tirocinio di 40 ore nello studio del medico di Medicina generale, lo studente avrà infatti l’opportunità di acquisire un diverso punto di vista, sperimentando sul campo che cosa significhi rapportarsi ai pazienti non spedalizzati, attraverso un percorso di ascolto, confronto e relazione diretta. Lo studente in tirocinio, oltre a seguire il medico-tutor nella parte più squisitamente clinica (anamnesi, approfondimenti diagnostici, scelte terapeutiche, attività di prevenzione, percorsi socio-assistenziali, percorsi ambulatoriali) approfondirà gli adempimenti burocratici e gestionali.

«Completare il percorso formativo con l’inserimento di un’esperienza di taglio pratico sul territorio - ha rimarcato Scarcella - è una scelta che intercetta i cambiamenti in atto, dal momento che la medicina del territorio sarà sempre più coinvolta nella presa in carico del paziente, complice l’incremento delle cronicità». Il rettore Tira si è detto «molto soddisfatto dell’elevata qualità della collaborazione instaurata». «La firma della convenzione - ha concluso Di Stefano - sancisce l’importanza del progetto finalizzato a migliorare anche le cure primarie, asse portante dell’intero sistema sanitario».

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