Sfalci e potature, i green box traboccano

Si comincia a fare pulizia nei giardini e, segnalano i lettori, l’effetto si vede nei green box del Comune. Mandateci le vostre foto via WhatsApp
  • Una green box per la raccolta del verde
    I green box segnalati dai lettori
  • I green box segnalati dai lettori
    I green box segnalati dai lettori
  • I green box segnalati dai lettori
    I green box segnalati dai lettori
  • I green box segnalati dai lettori
    I green box segnalati dai lettori
  • I green box segnalati dai lettori
    I green box segnalati dai lettori
  • I green box segnalati dai lettori
    I green box segnalati dai lettori
  • I green box segnalati dai lettori
    I green box segnalati dai lettori
  • I green box segnalati dai lettori
    I green box segnalati dai lettori
  • I green box segnalati dai lettori
    I green box segnalati dai lettori
  • I green box segnalati dai lettori
    I green box segnalati dai lettori
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Si avvicina la primavera, si comincia a fare pulizia nei giardini e l’effetto si vede fin da subito nei green box che il Comune di Brescia ha posizionato in città.

Complessivamente sono 230, 26 dei quali aggiunti dopo l’avvio del sistema misto, e in questi giorni sono arrivate diverse segnalazioni relative ai cassonetti aperti destinati appunto a raccogliere il prodotto di sfalci e potature. Un prodotto cospicuo, a quanto si vede dalle foto, pubblicate in alcuni casi direttamente su Facebook, tanto da riempire i box e da tracimare in alcuni casi all’esterno.

Si tratta di situazioni su cui interviene Aprica, per le segnalazioni l’azienda ha messo a disposizione il numero verde 800437678. Potete continuare a inviare le vostre immagini al nostro numero WhatsApp, 3895424471

Secondo Legambiente, l’utilizzo dei green box a libero accesso in un sistema di differenziata che prevede invece il porta a porta e i cassonetti con calotta «è un elemento distorsivo ai danni della raccolta». Da un lato, sostiene l’associazione, si promuove l’utilizzo illegale da parte delle utenze non domestiche, mentre dall’altro si scarica il costo della raccolta su tutti gli utenti. Legambiente contesta inoltre l’incidenza del dato della raccolta di questo materiale sulla percentuale complessiva di differenziata. Se si togliesse il verde e il legno raccolto, spiegano, la differenziata a Brescia sarebbe del 27%, invece che dal 44%. Lo stesso ragionamento applicato a Bergamo, ad esempio, vede risultati molto diversi: lì la raccolta differenziata è al 65%, togliendo verde e legno si perdono soltanto nove punti percentuali, arrivando al 54%. 

La caratteristica più evidente di questi green box, oltre al libero accesso, sta nella gratuità. Un incentivo, insomma, per le aziende. Non a caso, Castenedolo ha di recente deciso di eliminarli dal proprio territorio, proprio perché favoriscono l’abuso di tali contenitori da parte di aziende e utenti di altri comuni. 

Tornando a Brescia, i green box hanno raccolto nel 2016 circa una tonnellata in più di materiale rispetto all’anno precedente, arrivando a 9.717 tonnellate su 18.760 ton di verde (nel 2015 furono 16.300).

«Per valutare il corretto utilizzo dei greenbox dedicati alla raccolta del verde, è stata avviata una "campagna di monitoraggio" che consentirà di avere informazioni sull’entità del rifiuto non conforme e sulle postazioni maggiormente critiche - si legge nella relazione del gruppo di monitoraggio sulla raccolta differenziata istituito dalla Loggia -. L’operatore addetto allo svuotamento effettuerà una ricognizione stimando la quantità impropria e fotografando lo stato dei greenbox più critici all’atto dello svuotamento».

 

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