Se per cambiare le lampadine serve un ponteggio alto 23 metri

Le luci della stazione metro di San Faustino andavano sostituite, ma c'era un evidente problema d’altezza
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Quante persone servono per cambiare una lampadina in una stazione della metropolitana? Bella domanda. Di sicuro c’è bisogno di una decina di operai che montino un ponteggio alto 23 metri, largo 17 e lungo 20. Un palazzo di otto piani in tubi di metallo, in sostanza, per la cui realizzazione sono stati necessari dieci giorni di lavoro, e altrettanti ne serviranno per lo smontaggio.

Il costo? Solo per la struttura sono stati spesi ventimila euro, pagati da Metro Brescia, società che gestisce la metropolitana.

Si può tranquillamente parlare di una conseguenza non calcolata: se metti le luci molto, ma molto in alto, poi fai molta, ma molta fatica a raggiungerle, in caso di bisogno. Siamo alla fermata San Faustino, dove dal 19 giugno si è iniziato a lavorare all’impianto di illuminazione, una volta che la ditta Panizza, di Berlingo, aveva completato l’imponente struttura per i tecnici chiamati da Brescia Infrastrutture, proprietaria di tutte le strutture connesse alla metropolitana. Comprese le stazioni, disegnate dallo studio Crew-Cremonesi, cui è stata affidata anche la progettazione del nuovo stadio del Brescia. C'è però un dettaglio: l'impianto di illuminazione, spiega Lamberto Cremonesi, titolare di Crew, «è stato progettato da Brescia Mobilità con la consulenza di uno studio milanese». 

 

 

Il risultato è che a soli quattro anni dall’inagurazione della linea, le luci andavano riviste. I faretti presenti sono stati sostituiti con led della durata garantita di circa 60mila ore. Onde evitare nuovi ponteggi, è stato fatto in modo che i sei nuovi led, in futuro, siano raggiungibili per le manutenzioni anche dall’esterno.

«Abbiamo completamente ridisegnato il layout distributivo degli impianti - spiega Fabio Lavini, amministratore di Brescia Infrastrutture -. Per gli operai sarà molto più facile intervenire. Siamo soddisfatti perché riusciamo a consegnare l’opera in un mese, lavorando di notte».

Il cantiere, spiega Lavini, «è il coordinato disposto di diverse attività», costate complessivamente 28mila euro, che andavano oltre l'illuminazione. Sono stati fatti anche lavori sull’impianto antincendio, in modo che anche sui rilevatori antifumo si possa lavorare senza costruire megastrutture, ed è stato tinteggiato il soffitto. Ora il pallino passa a Metro Brescia che ne approfitterà per fare qualche ulteriore intervento, come la pulizia delle piastrelle, prima che gli operai di Panizza smontino tutto. Una particolarità: all’esterno delle impalcature non si vedono le indicazioni circa natura dei lavori, committenza, costi o durata.

 

 

A dirla tutta, San Faustino non è l’unica fermata in cui si notano problemi con l’illuminazione. A Marconi e in Stazione, i lucernari sono circondati da faretti posti a una ventina di metri dal pavimento. Alcuni illuminano (tutto il giorno, peraltro, alla faccia del risparmio energetico), altri sono spenti e non vengono cambiati. Potrebbero c’entrare difficoltà a raggiungerli, ma è solo un sospetto.

 

 

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