Pellegrinaggio a Dachau nell'abisso dell'orrore

Il vescovo Monari e un gruppo di pellegrini a Dachau a settant'anni dalla chiusura del campo di concentramento
  • Il pellegrinaggio nel campo di concentramento di Dachau
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Un pellegrinaggio per ricordare gli orrori del passato e impedire che il seme dell’odio germogli nuovamente. Queste, in sintesi, le parole di Mons. Luciano Monari che, insieme a un nutrito gruppo di pellegrini ha raggiunto il campo di concentramento di Dachau, nelle vicinanze di Monaco di Baviera. 

Un invito rivoltogli dalla sezione bresciana dell'Associazione ex deportati a 70 anni dalla chiusura del campo. E così, camminando per quegli spazi dove fu negata la libertà umana, il vescovo e i pellegrini rivivono i momenti di una storia che non può essere cancellata e che impressiona ancora, come se fosse più presente che mai. 

A Dachau furono imprigionate 260mila persone, tra cui 2700 sacerdoti, e i morti furono 41 mila. Per far sì che ciò non avvenga più, il vescovo ribadisce: «Bisogna estirpare le radici che hanno prodotto frutti avvelenati. Potrebbero rigermogliare, dobbiamo vigilare sapendo di essere tutti figli dello stesso Padre».

 

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