Mamma in cella col bebè, gli agenti comprano il latte

La casa di reclusione di Verziano non è attrezzata per i neonati, al latte allora ha pensato il personale di turno
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A soli due mesi è finito in carcere. È accaduto a un bebè, figlio di una donna arrestata nella tarda serata di giovedì e portata nella casa di reclusione di Verziano. La struttura, a differenza di altre case di reclusione come Bollate e Como che sono dotate di «nidi», non è attrezzata per accogliere i neonati, tantomeno ha a disposizione alimenti per i bebè.

È per questo che il personale di turno, vista la necessità e certamente spinto da senso di umanità e di responsabilità, ha provveduto a soddisfare il bisogno del neonato, recandosi in farmacia ad acquistare del latte a proprie spese.

«Encomiabile l’iniziativa dei poliziotti - sottolinea una nota di Cgil Funzione pubblica di Brescia - che evidenzia il lato umano del carcere e di chi quotidianamente, anche se con mille difficoltà, assicura i compiti istituzionali con tanta sensibilità e umanità. Il nostro plauso alla Polizia Penitenziaria di Verziano».  

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