Loveparade, non svanisce il ricordo della strage

La data del 24 luglio dedicata al ricordo delle 21 vittime, tra cui vi è la ventunenne bresciana Giulia Minola. Il processo nel 2013.
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Pioggia, lacrime, girasoli. Istantanee della prima commemorazione dedicata alle vittime della Loveparade, celebrata l’estate scorsa a Duisburg. Ora, mentre si avvicina il secondo anniversario della strage, è stata fissata la data del 24 luglio come giorno ufficiale del ricordo dei 21 morti e degli oltre 500 feriti. L’associazione «Loveparade Selbsthilfe», che riunisce parenti delle vittime e sopravvissuti, e l’Amministrazione della cittadina tedesca hanno trovato un accordo che consentirà di portare avanti pubblicamente la memoria della tragedia in cui perse la vita anche la ventunenne bresciana Giulia Minola. Ogni anno verrà allestita una cerimonia  privata nei pressi della rampa in cui si formò la calca mortale, mentre verrà individuato un luogo della città in cui dare vita ad una celebrazione più ampia. Dopo l’esperienza dello scorso anno è stata scartata l’ipotesi dello stadio Msv Arena, troppo grande, dispersivo e poco adatto a raccogliere l’emozione del ricordo. Si cercherà uno spazio più adatto con la collaborazione del Comune tedesco, che ha assicurato sostegno organizzativo ed economico all’iniziativa (viene indicata la cifra di 50mila euro annui).

In vista del secondo anniversario della strage del 24 luglio 2010, c’è grande attesa anche per la chiusura delle indagini e l’avvio del processo. Vista la complessità dell’inchiesta, la procura di Duisburg esclude però che la Loveparade possa arrivare in tribunale prima del 2013. Fino ad ora sono state iscritte nel registro degli indagati 17 persone, tra cui funzionari comunali, membri della polizia e responsabili dell’organizzazione dell’evento musicale. Nei giorni scorsi sono stati interrogati anche l’ex sindaco di Duisburg Adolf Sauerland, costretto a dimettersi dopo un referendum popolare, e Rainer Schaller, a capo della Lovepavent, la società che organizzava il raduno techno. Entrambi non sono sotto inchiesta, nonostante i ruoli di responsabilità che ricoprivano all’epoca dei fatti.

Emanuele Galesi
e.galesi@giornaledibrescia.it

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