Le tante leghe che esistono a Brescia

Dietro le quinte della campagna elettorale
Massimo Tacconi e Nicola Gallizioli - Foto © www.giornaledibrescia.it
Massimo Tacconi e Nicola Gallizioli - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Lega, addio ai sogni di conquista leghista della Loggia e via libera ai risentimenti. Personali e politici. Addio per Fabio Rolfi, già vicesindaco di Paroli e consigliere al Pirellone. Non si è capito fino in fondo quanto non volesse rischiare la candidatura a sindaco a scapito di altri ruoli e quanto ne sia stato tenuto lontano perché considerato candidato possibile.

Per Simona Bordonali, più salviniana di Rolfi, che temeva le restasse il cerino in mano di una disfida temeraria che la tagliava fuori da altre opportunità. Per Nicola Gallizioli, già assessore, poi capogruppo, quindi isolato perché disobbediente.

Senza Lega e senza altro approdo? Ieri,oggi, domani. Massimo Tacconi, consigliere tenacemente colloquiale tanto con le opposizioni quanto con le maggioranze, resta lì, a cercare di capire che succede nel suo partito. Movimento che mantiene presenze con riferimenti bossiani, maroniani, salviniani, veronesi tosiani, ma anche di leghisti locali della prima ora. Quelli della Lega Nord, sindacato politico del territorio, che dalla Loggia approdarono al Parlamento. Allora la Loggia era una fucina privilegiata di parlamentari; oggi sindaci e amministratori lamentano la chiusura in sé stesso del gruppo dirigente locale: ma Salvini non ha detto che bisogna attingere a forze fresche, sperimentate sul territorio? Invece chi c’è vuole restare.

I più maliziosi assicurano che la partita per la Loggia non è chiusa sulla Paola Vilardi: lei stessa si troverebbe catapultata in quella prospettiva, senza aver avuto l’opportunità di farne maturare gli appoggi necessari. Il nome su cui non si flette o la bandiera intorno alla quale tornare a trattare altro? Quante Leghe esistono? Nel partito monolitico, che agli inizi evitava persino la propaganda personale perché il voto era alla Lega non ai singoli candidati, ormai si dice - al bar, ma anche in incontri a più voci e riunioni allargate - che si vogliono conoscere meriti e visioni politiche di chi ambisce a ricoprire ruoli guida.

Perché stanno lì loro e non altri? Nelle posizioni elettive protette e nei consigli di amministrazione qualificati, anche se non sempre noti ai più. Quelli che consentono di svolgere attività politica a tempo allargato e contare.

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