Delitto Frank: per le difese «indagini chiuse troppo presto»

Al processo per l'omicidio Seramondi hanno parlato le difese che hanno affermato: «Indagini chiuse troppo presto».
OMICIDIO FRANK: LE DIFESE E L'OMBRA DELLA CRIMINALITA' ORGANIZZATA
AA

Otto ore. Tanto è durata l’udienza del processo per il duplice delitto di Frank Seramondi e della moglie Giovanna, freddati nella loro pizzeria lo scorso 11 agosto.

E’ stata la giornata delle difese dopo che nella precedente udienza. il 13 maggio,  il pm Valeria Bolici aveva chiesto quattro ergastoli, per chi aveva effettivamente sparato e per chi aveva contribuito all’organizzazione.

“No al fine pena mai”  hanno detto gli avvocati Marino Colosio e Claudia Romele, legali del pakistano Adnan, il concorrente di Frank che ha impugnato il fucile a canne mozze e fatto fuoco. I legali hanno spiegato che alla base del delitto non c’erano futili motivi, ma un rancore che Adnan covava da tempo nei confronti di Seramondi.

“Frank aveva dato 30mila euro al mio socio per non farmi vendere le quote del nostro locale” ha spiegato il pakistano ai suoi avvocati, ai quali ha anche aggiunto . “Francesco Seramondi era il mandante dell’incendio avvenuto nel mio locale nel 2011. Pagò cinquemila euro per incendiare la struttura”.

Sarebbero questi i motivi – negati però fuori dall’aula dal figlio dei Seramondi, Marco – a portare Mohammed Adnan a sparare e uccidere. Ma non è tutto

Avete chiuso troppo presto le indagini” ha infatti detto l’avvocato Marino Colosio al pm titolare dell’inchiesta. “Pochi giorni dopo il delitto è successo qualcosa riconducibile alla criminalità organizzata” ha spiegato il legale in aula. Il riferimento sarebbe ad  una fotografia chiesta a Marco Seramondi all’esterno della camera ardente dei genitori. E sul caso il pm Valeria Bolici, un’ora dopo la chiusura dell’udienza,  ha voluto dall’avvocato Colosio una memoria

 

 

 

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia