Dall'Est con amore: truffa online da 57mila euro

La frode via e-mail e via chat è costata un capitale a un 50enne bresciano ammaliato dall'azerbaigiana Tasha.
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La giovane dell’Est che manifesta interesse. Via e-mail. Poi le richieste di affetto. E quindi di soldi. Le promesse scambiate in chat, le lacrime digitali inviate da migliaia di chilometri. E ancora i soldi che non bastano, per guai e problemi che spuntano come funghi. Fino alla sparizione finale. Con un bottino da pochi euro. O peggio a tanti zeri. Scam. Quattro lettere che fanno paura. Perché col nomignolo coniato Oltreoceano, si intende un insidioso meccanismo fraudolento perpetrato via internet. Che nella declinazione «sentimentale» miete un numero consistente di vittime. Con esborsi che in qualche caso raggiungono livelli eclatanti.

È quanto capitato a due vittime bresciane, la cui buona fede, in circostanze diverse, è costata loro fino a 57mila euro. E un’unica opzione rimasta: quella di sporgere denuncia alla Sezione di Polizia Postale cittadina. Ed è proprio dagli uffici di via Alessandro Volta che giunge il monito a fare estrema attenzione. Perché gli autori di scam fanno leva sui buoni sentimenti. Senza pietà.

Per capire come, più di ogni spiegazione, vale la storia di un bresciano, single 50enne di buona cultura che, forse alla ricerca di contatti sociali, si imbatte in Tasha: una sedicente 30enne azerbaigiana che lo rintraccia tramite un profilo digitale (di un social network o di una chat). È il giorno di San Valentino.

Da lì, i messaggi che i due si scambiano si moltiplicano, quotidianamente. Appena tra loro si instaura un po’ di confidenza, la giovane rivela di voler fuggire di casa perché costretta a regole e a una vita che non le appartengono. L’uomo le garantisce supporto morale. Ma non basta: la ragazza assicura di volerlo raggiungere in Italia, lasciando intravedere la possibilità di un futuro a due. Per dar concretezza al quale servono però 8.000 euro - una sorta di «cauzione» per il direttore di un’agenzia che organizza il viaggio - e altri 740 per l’acquisto del biglietto aereo. Il bresciano, spinto dalla volontà di aiutare la giovane, non ci pensa due volte e invia i soldi tramite un’agenzia di money transfer.

Tutto sembra andare per il meglio, il giorno della partenza arriva e... Ed ecco nuovi guai. La ragazza invia un’e-mail dall’aeroporto, in lacrime: «Mi hanno trattenuta per un monile non dichiarato che avevo con me. Mio zio ha contattato un avvocato che mi ha evitato il carcere. Ma per partire ora serve corrompere i poliziotti: vogliono 20mila euro».

I tempi si dilatano. E a fine aprile lo zio della ragazza - così lei racconta via internet al suo interlocutore bresciano - ha improvvise difficoltà economiche. Ragione per cui lei teme, in assenza di denaro per l’avvocato, di finire in carcere. Al che il bresciano rompe gli indugi e invia altri 21mila euro, per corrompere gli agenti e acquistare un nuovo biglietto. Ma la giovane - dichiarando una disperazione crescente - rinnova le richieste: il legale esige 7.000 euro. «Usa gli 8.000 della cauzione» tenta il bresciano. Ma niente da fare.

Così, c’è l’ennesimo invio di denaro: 10mila euro. La ragazza, accompagnata dallo zio già entrato in scena a salvarla, va a ritirare il tutto all’agenzia di money transfer. Ma all’uscita viene rapinata. Così almeno racconta nell’ennesima straziante mail. E non è finita: perché i malviventi hanno pure ferito lo zio, che ora necessita di un costoso intervento chirurgico. La leva dei buoni sentimenti viene mossa per l’ennesima volta. «Servono 18mila euro, è in pericolo di vita». Altro vaglia. L’ultimo. Perché poi dall’Est non giungono più e-mail. Al silenzio un’estrema (e laconica) replica ai primi di maggio: «Non mi rispondi più. Quando il sacco è vuoto puoi vendere il sacco. Io ho venduto pure la mani che lo tenevano. Per te perderò la mia dignità».

Gianluca Gallinari

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