Brescia: dietro l'Inps il quadrilatero del disagio

L'erba ingiallita, la desolazione e i graffiti hanno ormai preso il posto dei negozi, quasi tutti vuoti. E i passanti sono rari.
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È a due passi da corso Zanardelli e dalle vie dello shopping. Eppure è un luogo dimenticato.
La piccola piazza e il giardino pubblico che trovano spazio dietro all'Inps, di urbano ormai hanno ben poco. Ovunque si volga lo sguardo l'erba è ingiallita dal caldo e la pavimentazione trasuda afa. L'atmosfera sputa silenzio, non quello tranquillo che ti invoglia a fare una piccola sosta, ma un silenzio feroce, spettrale.

È la quiete dell'abbandono, della desolazione perché tutt'intorno pare non esserci più alcun segno di vita. Gli esercizi, che un tempo avevano provato a far vivere questa parte di centro lungamente trascurata, ora sono chiusi. Al loro posto scritte e graffiti che hanno riempito ogni angolo, opere di writer improvvisati che nel corso degli anni hanno sortito solo l'effetto di imbrattare, ricoprendo completamente muri, panchine e perfino le cortecce degli alberi.
Il disagio lo si coglie negli occhi di quei pochi che attraversano questa piccola piazzetta. Il passo è svelto e le mani, quasi in un gesto involontario, si fanno più strette sulle borsette. Perché chi vuol superare, quello che ormai è diventato un ostacolo, non si sente sicuro. Sono pochi quelli che vi si avventurano, per la maggior parte fedeli musulmani che discretamente si recano alla piccola moschea che si nasconde sul fondo dell'area.

«Abbiamo preso in affitto questo spazio perché per chi abita in centro storico e magari non ha la macchina ha grandi difficoltà ad arrivare fino in via Corsica per cinque volte al giorno» raccontano alcuni che attendono a mezzogiorno l'ora della preghiera. «Ci troviamo bene qui e non ci sono mai stati problemi con i condòmini che abitano nei palazzi circostanti, ma ci piacerebbe molto che il parco fosse più curato» confessano. Aggiungendo: «Noi cerchiamo di mantenere un minimo di pulizia, almeno per la parte di giardino antistante alla nostra porta, ma facciamo quel che possiamo».

Anche accanto nella piccola piazzetta adiacente dedicata a don Luigi Sturzo solo un bar resiste. «Vengo qua ogni tanto per dare una mano, ma la situazione non è facile. I clienti sono soprattutto i dipendenti degli uffici qua intorno» commenta Camilla, che sogna uno spazio più vivace e non adibito solo a parcheggio. Perché oltre al parcheggio interrato e automatico Benedetto Croce, molti utilizzano la piazza come un'area di sosta disordinata.
La situazione non cambia percorrendo il primo tratto della via omonima, dove in un altro bar Alessandro commenta: «È un'area come Brescia Due ma siamo nel centro storico». Il pensiero corre agli uffici, agli studi, all'affaccendarsi del lavoro, perché «qui quando la Camera di Commercio è chiusa, non si lavora. E il sabato e la domenica siamo costretti a restare chiusi» continua Alessandro.

L'opinione è condivisa anche da quei pochi che approfittando di una pausa dal lavoro scendono in strada per una boccata d'aria e per accendere una sigaretta: «La situazione è di grande stato d'abbandono. È necessario fare qualcosa per far rivivere questo spazio che potrebbe diventare un'importante zona fruibile anche dai molti che ogni giorno vengono all'Inps per visite ed esami».

A pochi metri una donna è intenta a crearsi un giaciglio su una panchina, ma molti raccontano che qualche anno fa la situazione era anche peggiore, con escrementi sparsi ovunque e, dopo una certa ora, presenza di spacciatori. Tra aiuole rinsecchite e muri scrostati da tanta incuria e tanto degrado ai più non resta quindi che cambiare strada. Si volta l'angolo e a pochi metri, in via Bulloni, la vita cambia completamente. Lo confermano i commercianti che qui non avvertono il minimo sentore del disagio. Sembra davvero di essere in un'altra città.

Alessandra Mazzini

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