Aflatossine nel latte e nei formaggi, l'inchiesta si allarga

Sono una sessantina le persone indagate dalla Procura per il latte contaminato. Ricotte e mozzarelle sarebbero finite sulle tavole di ristoranti
L'INCHIESTA SI ALLARGA
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Nuovi indagati e nuove verifiche dei Nas dei carabinieri in aziende casearie bresciane

Si allarga ulteriormente l'inchiesta della Procura di Brescia sul latte contaminato da aflatossine utilizzato anche per produrre Grana Padano che, per ora, ha chiarito il consorzio, non è mai stato messo in commercio.

Sono infatti arrivati a circa sessanta i nomi iscritti nel registro degli indagati tra cui figurano produttori, allevatori e imprenditori che dovranno rispondere di adulterazione o contraffazione di sostanze alimentari.

La novità principale emersa però nelle scorse ore è che non tutti i formaggi prodotti con questo latte sarebbero sotto sequestro, ma alcuni caseifici lo avrebbero utilizzato anche per produrre mozzarelle e ricotte che sarebbero poi finiti nella filiera della distribuzione e arrivati sulle tavole di ignari consumatori. 

Prodotti che non sarebbero stati messi in vendita sugli scaffali dei supermercati, ma consegnati direttamente a ristoranti e trattorie

Molto diversificate le posizioni al vaglio della Procura. Le segnalazioni sono partite da Ambrosi e Centrale del Latte e hanno portate ad approfondimenti d’indagine anche su alcuni laboratori, tra cui lo Zooprofilattico, che non avrebbero trasmesso alle autorità sanitarie i risultati di decine di esami da cui sono emersi superamenti dei limiti di aflatossine nel latte. Quello stesso latte che sarebbe stato poi allungato con quello di qualità per farlo rientrare nei limiti di legge. 

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