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Altra latitudine, altre possibilità!

La lettera di Alice Andreoli, da sempre attratta dai Paesi scandinavi. Oggi vive a Östersund, a nord di Stoccolma: «In Italia non avrei ottenuto ciò che ho qui»
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Sono cresciuta a Erbusco, ho avuto una bellissima infanzia e una famiglia molto unita e di buoni principi. Però mi è sempre mancato qualcosa: la società intorno a me non funzionava come avrei voluto. Sono sempre stata del parere che se uno si impegna deve essere premiato e che la correttezza e l’onestà vanno praticate nella vita di tutti i giorni, ma purtroppo per me sono nata nel paese sbagliato. Allo stesso tempo sono cresciuta con una grande ammirazione per i paesi Scandinavi (potete capire il perché).

A 20 anni ho lasciato Erbusco per andare a studiare a Milano (laurea triennale in industrial design) e ho avuto la fortuna di conoscere un gruppo di scandinavi che studiavano con me. Grazie a loro ho avuto modo di visitare la Scandinavia e di innamorarmi completamente di quei paesi. Così mi sono decisa: il mio futuro era lì. Ho scelto di studiare Interaction design a Oslo. Viverci è stata un’esperienza fantastica. Qui ho conosciuto il mio attuale compagno: Daniel, svedese. Dopo tre anni insieme a Oslo ci siamo trasferiti in Svezia. Prima a Stoccolma, poi nella sua città natale, Östersund, dove mi trovo ora. Quando ci siamo trasferiti a Stoccolma avevo appena finito i miei studi a Oslo, ma ho trovato lavoro nel giro di una settimana. E anche qui a Östersund non è stato difficile trovare lavoro.

Come ho scritto in precedenza, sono interaction designer in un’azienda che crea siti internet e app. Esattamente quello che ho studiato durante il mio master. L’ambiente di lavoro non si può neanche paragonare all’Italia. Prima di tutto non ci sono gerarchie, l’ambiente di lavoro è molto rilassato e la vita delle persone viene prima di tutto. Qui si prendono davvero cura del personale e investono su di noi. Semplicemente vogliono che ci sentiamo bene al lavoro, perché hanno capito che se noi stiamo bene lavoriamo meglio. Cosa che in Italia putroppo non hanno mai capito. Un esempio pratico è che ogni mese al lavoro viene una massaggiatrice, così, chi vuole, può farsi fare un massaggio direttamente al lavoro e a prezzo molto ridotto (perché il resto te lo paga l'azienda).

Qui si viene apprezzati e rispettati per quello che si fa. Non importa che ruolo hai e da quanti anni lavori: tutti sono uguali e l’opinione di tutti vale, anche se sei l’ultimo arrivato. Per non parlare degli stipendi! Guadagno circa tre volte un normale stipendio italiano e gli aumenti vengono dati annualmente, in base a quanto ti sei impegnato. Un altro aspetto che mi dà molta serenità è il fatto che lo Stato c’è e che tutti hanno le stesse possibilità. Tutti qui possono andare all’università perché lo Stato finanzia gli studi e se finisci l’università nei tempi giusti devi ridare allo stato solo una percentuale dei soldi che ti ha prestato e a interessi zero.

Capitolo maternità (e paternità): quando hai un figlio puoi stare a casa fino a 15 mesi con stipendio pagato ed entrambi i genitori possono usufruire di questa possibilità, non solo le madri. Ho lavorato duro per realizzare quello che volevo e ora mi sento di dire che vivere in Svezia è un sogno realizzato.

In Italia, a 28 anni, non avrei mai potuto comprarmi la casa che mi sono comprata qui e non avrei mai avuto il lavoro che ho qui. Consiglio ai giovani (e ai meno giovani) di partire. La vita è una sola e non vale la pena sprecarla in un paese dove non si viene apprezzati e soprattutto dove non si viene rispettati. Basta cambiare latitudine per avere altre possibilità. Fatelo e fatelo ora. Fuori dall’Italia vi aspettano esperienze uniche, nuovi modi di vedere le cose, ma soprattutto rispetto e tante possibilità!

Alice Andreoli

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