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Monoruota, sogno antico che insegue la ricerca di equilibrio

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E’ apparso alla ‘Settimana Motoristica Bresciana’ con una bella tuta bianca alla Nuvolari e un giubbino di pelle. Solo che la sua cavalcatura non era una sbuffante moto anni Dieci, ma una singolare monoruota.

(Foto R. Manieri)(Foto R. Manieri)

(Foto R. Manieri)
Singolare, instabile e replicata, perché originale non era e non è. Ma certamente ha permesso di svelare non solo il terribile comportamento dinamico della monoruota in corsa, ma ha permesso anche ai più di conoscere una stranezza che appartiene alla storia dell’ingegno motoristico.

(Foto R. Manieri)

(Foto R. Manieri)

Va detto, tuttavia, che i progetti di monoruota conosciuti nella storia non sono certo pochi.
Dalla bicicletta alla carrozza, l’arrivo alla motocicletta monowheel è breve e segna un passaggio ora annegato nell’oblio. 

 

Secondo la letteratura specializzata l’inventore delle monoruota ad inizio secolo sarebbe un ingegnere svizzero di nome Gerdes, fotografato ad Arles, in Francia.
In realtà non si esclude che lo svizzero possa essere stato solo un acquirente dello strano veicolo.

Tra le realizzazioni più suggestive dell’epoca che gode di un minimo di documentazione rientra la ‘Motoruota’, una monoruota di un metro e mezzo di diametro spinto da un 175 cc con un cambio a tre velocità.
Fece un’apparizione a Roma nel 1927 e a Parigi nel 1932.

L’azienda che produceva la Motoruota era stata fondata Davide Cislaghi, un ex elettricista e forse un agente di polizia che lavorava a Milano, che ha costruito un prototipo di monoruota nel 1923 e ha brevettato il suo progetto in Francia nel 1924.

In tale brevetto si legge come Cislaghi getti il fondamento della sua innovazione rispetto all’idea primitiva di veicolo monoruota a pedali che risale alla metà del 1800, ovvero il meccanismo di inclinazione della ruota rispetto al corpo del motore e del motociclista per compensare l’energia cinetica in curva.


La monoruota aveva un volante, tre rulli per sostenere e guidare la grande ruota e un telaio reggi motore.
Il gruppo termico era raffreddato ad aria ed era monocilindrico.

 

Il brevetto su registrato con Giuseppe Govetosa, geometra il cui nome appare accanto a Cislaghi nella pubblicità per il Motoruota.

 Un altro costruttore fu Walter Nilsson che realizzò la sua monoruota (monowheel) a Los Angeles.Taluni autori ipotizzano che tra gli italiani e l’americano ci possano esser stati dei rapporti per la produzione. Ma nulla pare documentato. Almeno sino ad ora.

Brescia dunque, con la sua ‘Settimana Motoristica Bresciana’ organizzata dall’Asi attraverso il 'Musical Watch Veteran Car Club' si pone ancora una volta alla ribalta in termini storici e culturali.
Vedremo in settembre, alla prossima edizione, quale altre ricercati pezzi de collezione potremo vedere.

Magari ancora in equilibrio su una sola ruota…

Roberto Manieri

r.manieri@giornaledibrescia.it

 

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