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Ma quanti bei cloni, madamadorè…

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Ogni volta che porto fuori dalla mia taverna una moto da corsa o un pezzo raro della mia collezione e vedo qualcuno che ai raduni o alle gare me lo fotografa nei dettagli provo, onestamente, un brivido.
E se qualcuno chiede perché sulle matricole incollo la carta-colla cerco di glissare…: “L’ho sempre fatto per gli occhi rapaci o più maliziosi, per chi ha dei libretti in bianco da compilare, per chi ha una moto simile senza documenti…”.

Gelosia? No…semplicemente paura. Reale e contingente timore.
Già, paura che qualcuno si dedichi con successo alla clonazione del pezzo unico, alla adulterazione di una moto normale, alla falsificazione del mezzo raro, duplicando i dati del veicolo su un mezzo preso chissà dove o ricostruito ad hoc.
Perché il rischio clone nel nostro mondo è fortissimo.
E insidiosissimo… Si clonano rubando i numeri di matricola persino le Moto Guzzi Airone, figuriamoci le auto prestigiose…
 
Ricordate la splendida Bugatti Type 22 Brescia ripescata lo scorso anno, dopo decenni di oblio, dalle profonde acque del Lago Maggiore (ne era rimasta mezza, in verità…)?
Ebbene quando la società di ricerca marina la recuperò ci furono molte lacrime tra gli appassionati. Una meravigliosa Bugatti restituita alla luce…l’emozione che porta alla commozione?

No… in realtà emerse che quei numeri di matricola e di telaio erano già stato impressi negli anni su almeno due o tre telaio di altrettante splendide (costose e prestigiose) Bugatti. Macchine che Ettore Bugatti, in tutta la sua vita non ha mai accarezzato e nemmeno mai visto.
In particolare sarebbe stato un collezionista giapponese a piangere a dirotto.
Aveva acquistato l’auto dalla medesima matricola pochi giorni prima dello storico ritrovamento.

La bella Bugatti Type 22 Brescia del 1922 completamente distrutta, era appartenuta al noto pilota francese René Dreyfus, che l'aveva persa a poker. Il nuovo proprietario, un playboy svizzero, tentò di portarla a casa dalla Francia ma fu bloccato dai frontalieri svizzeri per una controversia doganale. In base alle regole nazionali i doganieri erano tenuti a distruggere il mezzo, così decisero di spingerlo nel Lago Maggiore, dove rimase per 73 anni.

Messa all'asta dalla Bonhams in occasione dell' Automobiles d'Exception á Rétromobile di Parigi, l'auto è stata venduta per una cifra record di 368mila dollari. E' già volata in California al Mullin Automotive Museum di Oxnard.  Il ricavato dell'asta è stato invece devoluto alla fondazione dedicata a Damiano Tamagni, il giovane ucciso due anni fa durante il carnevale di Locarno, nata con la scopo di sensibilizzare contro la violenza giovanile.

Del resto prima di effettuare un acquisto bisogna ben documentarsi. Non tutte le macchine…sono per tutti, del resto. Anche se il portafoglio o il conto in banca lo ammette.
Il rischio è sempre attuale e dietro l’angolo.
Non ci credete?
Non credete che volendo ci si possa procurare una splendida auto stile anni Trenta, un bolide da corsa e da sogno, in grado di appagare tutte le bramosie del collezionista e di ingannare anche l’occhio esperto?
Non fosse altro, magari, per risparmiare alla macchina originale una sgroppata massacrante…
Se non ci credete guardate le immagini postate.
 
Sono tratte dal blog http://club-vectra.com.ar/t1953-fabrica-de-autos-de-coleccion e mostrano gli eccellenti lavori di una fabbrica poco più che artigiana che opera in Sudamerica, capace non solo di realizzare eccellenti restauri, ma anche di riprodurre al nulla auto bellissime. In grado di sfidare diverse expertise.
Le immagini sono più eloquenti di qualunque chiacchiera.
La realizzazione meccanica è fantastica. L’architettura in termini di forme e dimensioni è ineccepibile. Mancano i simboli della Bugatti o delle altre case, ma alla fiera di Padova, per esempio,  si trova veramente di tutto… E gli esperti lo sanno…

Occhio quindi, che da quelle latitudini non giungono solo Bugatti, ma anche altre repliche bellissime, di macchine prestigiosissime: Bmw 328, Alfa Romeo da sogno e via così…
Per i costi, dicunt, si va dai 160mila dollari al milione. Coem dire: un ricco catalogo per tutte le tasche…
Un range vasto entro cui scegliere.
Ma stiamo parlando di copie (il termine ‘replica’ riteniamo che tecnicamente si possa riferire solo al costruttore originale che a sua volta ‘replica’ una propria produzione, avendone titolo di poterla fregiare del marchio con l’indicazione di ‘replica’).
Da qui ognuno è libero di farsi la propria idea.
Ma è un fatto che se nelle moto  cercassimo una Bmw anni Trenta da Riga troviamo tutto: dai ricambi alle moto intere a 3/4mila euro.
Se cerchiamo, invece,  automobili da corsa dobbiamo guardare alla Repubblica Ceca oppure in Sudamerica o in Argentina.
E il gioco e fatto. Tra dieci anni, magari, quelle stesse auto, finite da commercianti senza scrupoli, potrebbero anche diventare rare auto scovate…per puro caso.

Roberto Manieri

r.manieri@giornaledibrescia.it

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