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Eco Targa Florio 2012, successo per una meravigliosa avventura nel tempo

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Ci sono pochi eventi che al pari della Mille Miglia possono reggere il passo della storia. La mitica Targa Florio, rievocata come Eco Targa Florio,  è uno di questo e lo dimostra in un modo smagliante grazie all’organizzazione posta in  essere dalla ‘Mac Group’ di Genova.

Dopo la gestione oculata della Mille Miglia, con Sandro Binelli a capo dell’Ati che ha gestito la gara bresciana, la squadra genovese fa il pieno di consensi grazie ad un’edizione smagliante della rievocazionein una terra di Sicilia conclusasi la settimana scorsa. Una gara che se non ha premiato in termini assoluti di meteo, si è comunque segnalata per la bellezza dei panorami e l’entusiasmo dei siciliani.
Ma la gara ha anche una declinazione bresciana: la prima scuderia premiata per numero di vincitori è infatti la “Brescia Corse”, orgoglio del nostro territorio e  fucina di piloti dalla gloriosa tradizione. I suoi piloti si sono aggiudicati il secondo, il terzo e il quarto posto.
Giordano Mozzi, forte regolarista mantovano, ha vinto  la corsa dopo aver ottenuto una media in una prova dove sarebbe stato ostacolato (manca però il rapporto di un ufficiale di gara…) superando i favoriti, ossia l’equipaggio argentino che, sino all’ultimo, aveva conteso i vertici della classifica.
Fatale a questi un grave errore: i due sudamericani non avrebbero annotato dalla circolare 2 il cambio di due tempi in altrettante prove. Da qui i fatidici 300 che li hanno esclusi dalla gara.
La media concessa a Mozzi ne ha consacrato la vittoria con la sua Fiat 1100 mod. 103. Bravo il mantovano (come sempre), sfortunato un altro grande favorito, l’agguerritissimo siciliano Mario Passanante, a cui tutti gli esperti davano per certo la vittoria.
Successo che non ha gli  ha arriso per un guasto ‘banale’: dopo la prova in circuito nei pressi di Enna, il tappo filettato che trattiene il rubinetto del radiatore ha strappato i filetti di ottone sul lamierino.

“L’acqua in pressione si è trovata uno sfogo da venti millimetri di diametro e nell’arco di pochi secondi – racconta l’ottimo regolarista che corre per i colori della Scuderia Orobica – e il motore si è cotto. Bruciata la guarnizione della testa e grande grippata nei cilindri”.

Gara ferma per il gentleman driver, che ha dato seguito alla sua permanenza a margine della gara, seguendo il corteo storico con un’auto di servizio.
Immaginiamo la rabbia, dato che l’ottimo siculo gira, in genere, sotto i tre centesimi di media…

Interessante segnalare come Passanante abbia recentemente dato alle stampe una bella pubblicazione dedicata alla regolarità. Un vademecum per i neofiti scritto da un appassionato dalla grande classe e dallo stile signorile. Ne scriveremo nelle prossime occasioni proprio su ‘4Tempi’ dato che ne possediamo una copia che lo stesso chi ha inviato.

Sullo sfondo delle piccole e grandi vicende umane la rinata Targa Florio anche se nel nome preceduta dal suffisso 'Eco'. Il fascino di una gara senza tempo in una terra selvaggia e meravigliosa.

Molte le occasioni di vetture che hanno incrociato animali selvatici e bovini al pascolo in stato semibrado.
Tramonti mozzafiato, panorami incontaminati, una natura rigogliosa che strappa le lacrime di rugiada alla lava per vivere. E ancora strade come un tempo, senza luci o barriere, ma assolutamente da percorrere per vivere un’esperienza entusiasmante.
E’ il racconto univoco che ne fanno tutti coloro che hanno vissuto la magia della Targa Florio.

Una corsa nella storia, meno pressante della Mille Miglia, ma con la stessa meravigliosa forza capace di ammaliare, di riportare al tempo ardimentoso delle Bugatti che volavano leggere, sollevando una persistente scia di polvere, oppure dei bolidi come le Alfa 33 che toccavano nei rettilinei urbani i 340 orari.
Una storia calcata dalle Lancia Stratos, dall’Alfa Romeo, dalle Fiat, dalle Ferrari: “Mettete nel frullatore della storia tutti i miti dell’automobilismo e il risultato che ne otterrete è la Targa Florio anche se il suffisso Eco non toglie nulla”, ci ha scritto un partecipante straniero affezionato lettore del nostro blog.

Un bilancio quindi positivo per i fratelli Binelli, cuore e cervello della ‘Mac Group’: Alessandro, Paolo e Andrea ancora una volta si sono mostrati all’altezza del loro compito, progettando per la Fondazione Targa Florio un evento di elevato livello per contenuti sportivi, per accoglienza e riscontri di pubblico. Belle poi le due prove di media alla guida: tragitti entusiasmanti – hanno detto i piloti – con i cronometristi nascosti a rilevare i tempi di percorrenza delle vetture.
Molti sostengono che diversamente dal successo non sarebbe potuto accadere. La Targa Florio è la storia stessa della Sicilia e quindi la rievocazione di un evento che guarda alla competizione storica non poteva non trovare il plauso riscontrato.

Ovviamente non sono mancate le polemiche: a Siracusa l’organizzazione ha predisposto il passaggio a passo d’uomo  nell’area archeologica del teatro, scatenando le ire di chi ritiene il teatro un luogo sacro per Siracusa, tanto da chiedere le dimissioni di chi ha concesso l’autorizzazione. In realtà la levata di scudi non cambia la situazione di fatto: le auto storiche sono entrate lungo un percorso individuato dai tecnici senza recare danno alcuno alle rovine ed ai marginalia del teatro greco.
L’organizzazione per il solo passaggio ha versato 2.500 euro, pagando poi diritti fotografici, assicurazioni e permessi vari. In altre parole altre migliaia di euro. L’area è stata anche fatta pulire. Denaro usato per opere di restauro e tutela dell’ambito.
L’immagine di Siracusa ha fatto il giro del mondo associata alla presenza di giornalisti stranieri qualificati aggregati all'evento, senza che nessun tipo di danno fosse arrecato agli scavi ed alle rovine. Enorme la suggestione del vedere capolavori di tecnologia  immersi in un tale contesto.
In effetti è un poco come quando le auto della Mille Miglia passano a lambire i muri poderosi dell’Arena di Verona. Oggi diremmo che guai che se così non accadesse…

Per il resto la gara è fatta di una cinquantina di prove, mentre i tecnici delle assistenze descrivono il percorso come impegnativo e massacrante per le auto più vecchie.
Fortissimo l’impegno dei meccanici da una tappa all’altra, con il bresciano Maurizio Colpani (di Poncarale) sempre impegnato ad assistere, cacciavite e chiavi alla mano,  anche concorrenti non conosciuti, ma comunque in difficoltà.
Una grande lezione di stile e di disponibilità dal bravo restauratore  della nostra zona.
Impegnativa la logistica per i partecipanti, con trasferimenti di vetture dal nord alla Sicilia tra servizi di bisarche e trasferimenti navali.
C’è chi ci ha scritto che spedendo la macchina da Genova via nave a Palermo, come una merce, si spende poco più di 200 euro, mentre i costi con le biasarche anche da privato sarebbero decisamente più sensibili.
Grande poi la presenza dei ‘vecchi’ piloti della Targa: sono infatti tornati a «correre» sul Circuito delle Madonie anche cinque piloti storici.
Nanni Galli e Vic Elford, che dopo quasi 45 anni hanno ricordato la gara in cui quest’ultimo soffiò il gradino più alto del podio al toscano proprio a fine corsa. Nino Vaccarella, vincitore di tre Targa Florio.
Arturo Merzario (per l'anagrafe 'Arturio') vincitore di due gare di velocità, nel 1972 e nel 1975, Gijs van Lennep, che è entrato nell’albo d’oro della Targa Florio con la vittoria del 1973 su una Porsche 911 Carrera RSR e, infine, Hans Herrmann, che partecipò nel 1960 in coppia con Joakim Bonnier su Porsche 718 RS60 Spyder. Alcuni di questi prima di prendere il via per la competizione di regolarità sono stati protagonisti di uno speciale show che ha anticipato la partenza ufficiale della gara dalle storiche.

Una gara, appunto, disputata su oltre 900 chilometri per la maggior parte di viabilità minore, affrontato anche con condizioni climatiche proibitive e sotto la pioggia battente.
Nel suo complesso all’evento - organizzato da MAC Group ma sotto l’egida dell’Automobile Club di Palermo e promosso dalla Fondazione Targa Florio Onlus - hanno partecipato 200 vetture in rappresentanza di ventotto marchi automobilistici, con 136 iscritti alla Eco Targa Florio Classic e 64 al Ferrari Tribute.
La partenza della Eco Targa è avvenuta dalle mitiche “Tribune di Cerda”, per l’occasione messe a disposizione dalla Provincia di Palermo, come si conviene in un evento in cui tutti gli enti territoriali devono partecipare con entusiasmo ed ognuno per la propria parte.
Eco Targa Florio ha anche quindi costituito anche motivo di unione e di sinergia  tra i vari enti della regione e questo a vantaggio del territorio.
Se il comune di Taormina ha permesso il passaggio delle auto nel suo storico corso va da sé la riflessione del porsi la domanda del perché un sindaco illuminato non dovrebbe rilasciare il permesso di transito.
Chi vorrebbe mai passare alla storia come il primo cittadino che non ha lasciato transitare la neonata gara, fiore all’occhiello del motorismo storico siciliano, nel suo territorio?
Si tratta di opportunità da cogliere al volo. In molti evidentemente lo hanno fatto. Nel futuro crediamo che alla Mac Group saranno in molti ad offrire l’opportunità del passaggio nel proprio territorio.

Le ricadute sono infatti  molteplici e di grande livello.
Grande Sicilia…

(fotografie di ‘Photo Più’ , Agenzia "Renè Official Photographer", 'Mac Group' e ‘Click Image’)

Roberto Manieri

r.manieri@giornaledibrescia.it
 

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