Storie

LA BUCA

Regia: Daniele Ciprì Con: Sergio Castellitto, Rocco Papaleo, Valeria Bruni Tedeschi, Ivan Franek Genere: commedia Distribuzione: Lucky Red
AA

Regia: Daniele Ciprì
Con: Sergio Castellitto, Rocco Papaleo, Valeria Bruni Tedeschi, Ivan Franek
Genere: commedia
Distribuzione: Lucky Red
La tragedia di un uomo finito in carcere innocente e che ne esce dopo 27 anni totalmente spento nelle ambizioni e nella voglia di reagire, ma anche nel fisico, che diventa una storia di illegalità e mala giustizia e insieme il ritratto di due persone antipodiche per carattere, ma che dal loro incontro impareranno a sostenersi e forse, il più bacato, anche a migliorare. Il tutto occhieggiando alla commedia all’italiana degli Anni 60, ma con immagini e storia fuori dal tempo e dallo “spazio” con un’ambientazione indefinita e persino antirealistica (non a caso i titoli di testa sono disegnati) dacché la città in cui si svolge, ieri come oggi o come domani, potrebbe essere ovunque e non solo in Italia, con una fotografia accuratissima nel soffondere le immagini di una luce ambrata e quasi astratta. A tutto ciò, in questo film ora fresco disponibile per visoni domestiche, si aggiunge il grottesco, la cifra tipica di Daniele Ciprì alla sua seconda regia da solo. Autore assieme a Daniele Maresco dei corti per Raitre dell’estremante provocatorio “Cinico tv”, sgradevoli quadretti di freaks siciliani, viaggi tra un’umanità mostruosa e degradata come il paesaggio, per poi con lui passare al cinema sempre all’insegna del trash smodato, Ciprì nel 2008 ha sciolto il sodalizio e con il suo primo assolo “È  stato il figlio”, noir grottesco su una famiglia palermitana, ha vinto a Venezia 2012 il premio per la fotografia. Ora con “La buca” tenta nuove strade, anzi vecchie dacché, come ha dichiarato dicendo ironicamente di aver girato “in vinile” anziché in digitale. Il suo è una sorta di “I nuovi mostri” non ad episodi: mostro è infatti l’avvocato Oscar (un Castellitto che vuol rifare il Gassman pieno di prosopopea, ma ne resta distante e finisce anche per avere del Giannini survoltato), misantropo e maneggione dalla clientela di falsi invalidi e falsi incidentati; lo è a suo modo anche Armando (un Rocco Papaleo bravo a fare lo spento e sottotono), quasi inebetito ex-cameriere “suonato” dalla vita e da 27 anni di carcere per un omicidio di cui si dice innocente e che, respinto dai familiari, si trova solo come un cane, o meglio no: solo con un cane randagio che lo ha seguito per strada. E che mordendo, o meglio mordicchiando Oscar origina l’incontro tra i due. Dapprima burrascoso, perché l’avvocato odora aria di truffaldina causa per danni fisici, ma quando capisce che chi ha davanti non ha un soldo e conosce la sue traversie si autoprospetta un affare più redditizio: chiedere la revisione del processo e un elevato risarcimento. E qui sfilano altri mostri di un’Italia corrotta e indifferente, dai testimoni sino ai giudici (i peggiori di tutti) preoccupati solo di sapere come va la partita dell’Italia e di far risparmiare soldi allo Stato. Unica fuori dal coro la  barista Carmen (Valeria Bruni Tedeschi), in apparenza affettivamente indecisa tra avvocato e cliente. Non tutte le ciambelle però…  Ciprì infatti non eguaglia il suo primo assolo  perché il grottesco non sempre è funzionale alla vicenda e alle denunce che essa fa mentre i comprimari del terzetto restano più che altro maschere a volte strampalate, Un film comunque che si lascia vedere ed è di livello superiore alla media di molte commedie italiane d’oggi. In dvd e in blu ray ad alta definizione con backstage e interviste a Papaleo e Castellitto per extra.

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