Corte Franca, la crisi dell'edilizia manda in rosso i conti Vela
CORTE FRANCA
Aumento di capitale di 3,2 milioni, deliberato e sottoscritto nel marzo 2010, per la Vela di Corte Franca, gruppo di laterizi che porta così il capitale nominale da 10,4 a 13,5 milioni di euro, con conseguente incremento del patrimonio netto che sale dai 55,8 milioni del 2009 ai 59 milioni attuali, quasi ripristinando i mezzi propri postati a bilancio nel 2008 che ammontavano a 60 milioni di euro.
Per avere un'idea della crisi dell'edilizia basta prendere il bilancio di un'azienda di laterizi come la Vela. Un Gruppo di tutto rispetto, con quattro stabilimenti produttivi (Corte Franca, San Giovanni Del Dosso, Bologna e Filo d'Argenta) che dagli 80 milioni di euro con 5,5 milioni di utile del 2007 è sceso ai 52 milioni di ricavi con perdita di 9 milioni del 2008 per calare ulteriormente a 36 milioni di vendite con perdita di 4 milioni del 2009. Quali le ragioni? Nel 2009, si spiega nella dettagliata Relazione del presidente Pietro Delaini, la flessione degli investimenti nell'edilizia abitativa è stata dell'8% e del 9% nel settore non residenziale, con un impatto negativo del 30% sui materiali da costruzione.
Ecco perchè la Vela, pur avendo adottato tutti gli strumenti possibili ad attenuare le conseguenze della crisi, ha dovuto registrare per il 2009 una perdita di 4 milioni dopo aver spesato ammortamenti per 3,2 milioni (4,8 milioni nel 2008), oneri finanziari per 621mila euro (442mila nel 2008) e tasse per 2,1 milioni (838mila nell'esercizio precedente). Il che significa un Mol (margine operativo lordo, ossia l'utile prima di oneri, ammortamenti e tasse), negativo per 4,2 milioni e un ebit (risultato operativo netto ossia l'utile prima di oneri e tasse esclusi gli ammortamenti) in perdita per 7,4 milioni di euro. L'utile della gestione caratteristica, ossia il saldo tra valore e costi della produzione, è negativo per 5,4 milioni (negativo per 8,4 milioni nel 2008).
Il costo del lavoro è di 8,6 milioni, rispetto ai 10,3 dell'esercizio precedente. Allo stato patrimoniale il capitale immobilizzato (cioè gli investimenti fissi più quelli finanziari) è di 63 milioni, di cui 51 milioni gli immobilizzi netti e 11,8 milioni le partecipazioni finanziarie. A 55 milioni il patrimonio netto (di 60 milioni nel 2008).
Migliorato il magazzino, che passa da 15 a 12 milioni di euro, mentre crediti diversi (esclusi quelli commerciali verso clienti) scendono da 22,4 a 18,1 milioni di euro. La posizione finanziaria netta (l'indebitamento) passa da un saldo a debito di 19 milioni del 2008 a un saldo negativo di 21,7 milioni del 2009. Nonostante tale andamento nel corso del 2009 si è continuato a investire. Proseguite le attività di ricerca e sperimentazione su un progetto pluriennale relativo all'uso di scarti inerti nella additivazione dell'argilla.
La perdita è stata coperta con l'utilizzo della riserva straordinaria.
Alessandro Cheula
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