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Ambrosi cresce all'estero e lancia la green strategy

Fatturato a 212 milioni, utile a 2,99. Sul tetto impianto fotovoltaico.
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CASTENEDOLO
Rafforza la presenza all'estero, chiude un ottimo bilancio e strizza l'occhio all'ecosostenibilità. La Ambrosi spa si conferma azienda leader del settore lattiero-caseario, solo parzialmente colpita dal calo dei consumi.
I conti consolidati del 2009
Il gruppo, che è composto dalla Ambrosi spa di Castenedolo, dalle filiali francese (Ambrosi Emmi France) e statunitense (Ambrosi Food Usa Corp.) e dalla Migali srl, ha chiuso lo scorso anno con un fatturato di 212 milioni di euro, in lieve calo rispetto ai 222 milioni dell'esercizio precedente. «La riduzione - spiega Giuseppe Ambrosi, presidente del consiglio di amministrazione e numero uno di Assolatte, l'associazione degli industriali trasformatori - è dovuta al calo dei prezzi, mentre i volumi sono aumentati, anche in un anno di crisi generale». Le vendite dei formaggi sono infatti cresciute del 3,5%.
Anche i costi hanno segnato un calo, passando da 221 a 210 milioni. Il costo del lavoro (i dipendenti sono 241) ha inciso per 12,3 milioni, contro i 12,1 milioni del precedente esercizio. Il margine operativo lordo è stato così pari a 10,37 milioni. Gli oneri finanziari sono stati di 3,59 milioni di euro, contro i 4,94 milioni dell'esercizio precedente (a causa anche della riduzione degli interessi bancari che hanno impattato positivamente sul conto economico). Un dato, quest'ultimo, particolarmente significativo, perché il bilancio 2008 si era chiuso con un leggero passivo (-171mila euro) proprio a causa di un'imposta legata agli oneri finanziari.
Gli ammortamenti nel 2009 sono stati di 2,6 milioni, contro 1,92 milioni dell'anno precedente. Dopo il pagamento di 2,26 milioni di euro di imposte (1,68 milioni nel 2008), il gruppo Ambrosi ha chiuso il bilancio consolidato con un utile di 2,99 milioni di euro.
Le vendite del gruppo sono cresciute in particolare all'estero. L'export incide sul fatturato della Ambrosi per un 20% circa: il mercato più importante è la Francia, dove la controllata costituita con i soci svizzeri della Emmi (che detiene il 25% delle azioni del capitale sociale della Ambrosi) ha incrementato i ricavi del 13,3% (40 milioni di euro). «La concorrenza con i formaggi francesi c'è - spiega Ambrosi - ma, proprio perché esiste una cultura del formaggio di qualità, oltralpe vengono particolarmente apprezzati i nostri prodotti».
Dove esporta il gruppo bresciano
La società di Castenedolo esporta anche in Germania, Svizzera, Austria e in tutta Europa. «Ci stiamo radicando anche negli Stati Uniti e in Canada, oltre che in Giappone» dice Giuseppe Ambrosi. E la Cina? «Per il settore lattiero-caseario - sottolinea il presidente di Assolatte - il gigante asiatico resta una piccola bottega, perché non è facile modificare le radicate abitudini alimentari, ma stiamo lavorando molto e credo che in futuro sarà possibile ottenere importanti risultati puntando, come facciamo in tutto il mondo, sulle strategie di marchio e sulle specialità tipiche della tradizione casearia italiana».
La produzione di Grana Padano e Parmigiano Reggiano vale il 75% (diviso tra un 60% Grana e un 40% Parmigiano) del volume d'affari complessivo, completato da un 15% di mozzarelle, un 8% di burro e un 2% di formaggi vari.
La «scommessa verde»
Nel 2009 (e ancora di più nei prossimi anni), Ambrosi ha lanciato una nuova green strategy cercando, come spiega lo stesso presidente, di ridurre al minimo il peso dell'azienda sull'ambiente, diminuendo i consumi ma anche producendo energia.
Sono già stati fatti due importanti investimenti, ora in fase di realizzazione, per un importo complessivo di 2,8 milioni di euro. Sul tetto dello stabilimento di Castenedolo, infatti, vengono installati in questi giorni 2.690 pannelli fotovoltaici di silicio policristallino, equivalenti a una potenza di 618 kW. L'impianto permetterà una produzione di energia annua di 650mila kWh, coprendo una parte del fabbisogno energetico aziendale. In questo modo, secondo quanto spiega Ambrosi affiancato da Giacomo Veraldi dell'ufficio marketing, verranno risparmiati ogni anno 390mila kg di CO2 (equivalenti a 150 tonnellate di petrolio).
Inoltre, l'azienda ha deciso di investire anche nella realizzazione di un impianto di recupero termico e delle acque, in grado di riutilizzare il calore normalmente disperso dalle produzioni (con un risparmio annuo di circa 70mila metri cubi di metano, pari a 140mila kg di CO2 in meno immessi in atmosfera). L'azienda si è proposta l'obiettivo di riuscire ad autoprodurre un quarto del fabbisogno energetico interno entro il 2014. La svolta verde, spiega Ambrosi, in realtà non nasce oggi, «perché già in passato abbiamo dimostrato attenzione all'ambiente, cercando di evitare gli sprechi inutili e riducendo le emissioni ben oltre i limiti imposti dalla legge».
Ma oggi l'impresa di Castenedolo ha deciso di fare un passo in più, per due motivi. «Da un lato - dice il presidente dell'azienda bresciana - c'è una ragione economica, legata al risparmio che, con investimenti oculati, è possibile ottenere. Inoltre, abbiamo già stretto accordi con nostri clienti per promuovere la vendita di prodotti realizzati rispettando il più possibile l'ambiente».
Anche questo, in fondo, fa parte dell'immagine che, unita con una qualità unica al mondo, permette ai prodotti alimentari italiani di penetrare nei mercati internazionali con ottimi risultati.

Guido Lombardi
g.lombardi@giornaledibrescia.it

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