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Sul D'Annunzio decida la Corte di Giustizia dell'Unione Europea

Doccia gelata sull'aeroporto D'Annunzio. Sulla gestione, per il Consiglio di Stato, deve pronunciarsi la Corte di Giustizia Europea
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Sulla concessione per l’aeroporto di Brescia decida la Corte di Giustizia dell’Unione Europea. A dirlo è il Consiglio di Stato, chiamato a pronunciarsi sul ricorso presentato nel 2013 da ABeM - la società costituita da Aib, Camera di Commercio e associazioni di categoria candidata alla gestione dell’aeroporto - all’indomani dell’affidamento della concessione quarantennale alla veronese Catullo.

Ricorso poi ritirato, ora che ABeM, dopo la rottura con Sacbo, società di gestione di Orio al Serio, ha trovato un’intesa proprio con i veronesi. Intesa sancita da una lettera d’intenti che avrebbe dovuto condurre entro il 30 settembre a un piano concordato.

Di fatto, il Consiglio di Stato pone una questione di diritto che rischia di rivoluzionare i destini del D’Annunzio (e con essi quelli di altri aeroporti italiani).

L’assegnazione della concessione in assenza di una gara pubblica (e a visibilità europea), nodo contestato proprio da ABeM, di fatto per i giudici romani costituisce una potenziale violazione delle norme sulla concorrenza sul mercato unico europeo. Al punto da ritenere necessaria la trasmissione degli atti alla Corte di Giustizia dell’Ue.

Se la corte dovesse ritenere che per l’affidamento quarantennale della gestione di Montichiari serve una gara a visibilità europea, il futuro del D’Annunzio sarebbe tutto da riscrivere. 

 

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