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Siku, lo scultore che mette i capelli alle sue opere

«Colpi di scultura...l’inizio» è la prima mostra di Siku, all’anagrafe Fabio Tavelli, trentasettenne autodidatta di Calcinato
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Punta e mazzetta che sfiorano e incidono il blocco, sia esso di marmo o gesso, per far affiorare volti, figure, temi. Ispirazione e creazione che si incontrano e scontrano a svelare, dalla polvere e dalle schegge, soggetti, espressioni, e corpi.

«Colpi di scultura...l’inizio» è la prima mostra di Siku, all’anagrafe Fabio Tavelli, trentasettenne autodidatta di Calcinato. L’esposizione sarà sabato, alle 20, a Montichiari, via Brescia 32, e proseguirà fino al 31 ottobre, con ingresso gratuito. 

Dalla prima scultura fatta riaffiorare dalla pietra da seduto su un secchio capovolto, con il blocco poggiato a terra, a questa esposizione, sono passati 7 anni: «Ho preso punta e mazzetta il 25 aprile del 2009 - ricorda l’artista - e ho realizzato un Cristo in Botticino, non sapevo cosa ne sarebbe uscito, ma da quel momento ho cominciato a mettere fatica, sangue e sudore nella scultura. Per quattro anni vi ho dedicato i sabato e le domeniche, poi tre anni fa ho lasciato il lavoro da muratore, che pur mi piaceva, per arrivare ad essere, a tutti gli effetti uno scultore».

Da solo, ha studiato le correnti artistiche, e l’anatomia umana e animale. E adesso presenta 20 opere, con un tratto distintivo: «la capigliatura dei vari soggetti, creata con materiale ferroso, per la quale ho depositato il brevetto di design, e per il cui posizionamento utilizzo una tecnica di cui io solo conosco il segreto».

Ad ogni creazione, dalla più piccola a quella più monumentale, Siku ha affidato un tema, una dedica. Vi sono, ad esempio, «Lion Heart (posto sbagliato, momento sbagliato), omaggio alle persone oneste, che, come leoni, ben consce del rischio, sfidano il mare in cerca di miglior vita»; «gli uomini di fatica» legate alle difficoltà odierne del fare impresa; «gli innamorati» che si pone contro l’omofobia. «Ciascuna di queste opere ha dentro il mio sangue e la mia passione. Ma quella con la scultura e con me stesso è una sfida infinita».

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