Bassa

Morta per overdose in auto, spacciatrice assolta

Impossibile stabilire se sia stata Adriana Radulovic a cedere la droga che avrebbe contribuito ad uccidere Francesca Manca
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Impossibile stabilire se sia stata lei a cedere la droga che avrebbe contribuito ad uccidere Francesca Manca. Per questo Adriana Radulovic è stata assolta dall’accusa di morte come conseguenza di altro reato.

Epilogo giudiziario di un intreccio drammatico di due vicende avvenute nel Bresciano nel 2011. Il 21 settembre di quell’anno Francesca, 27 anni, viene trovata senza vita in un’auto all’altezza della Fascia d’oro a Montichiari. Morta per un mix di alcol e droga, senza che l’amico al suo fianco Giovanni - già condannato a due anni e otto mesi per omesso soccorso - l’aiutasse.

Un mese dopo, il padre della giovane, si reca al campo nomadi di Calcinatello dove aveva visto entrare una sera la figlia e spara in direzione di una baracca. Lo fa per vendicarsi. Uccide Ionut Iamandita, 19 anni che nulla c’entra con l’ultima dose di cocaina consumata da Francesca Manca.

La droga la 27enne l’ha sicuramente comprata al campo nomadi, ma da quali mani l’abbia ricevuta è impossibile stabilirlo. E’ la tesi dei giudici che hanno assolto Adriana Radulovic.  “La difficoltà di individuare lo spacciatore – scrivono i giudici -  è comprovata proprio dall’errore compiuto da Luciano Manca che in preda alla disperazione ha diretto i colpi del suo fucile da caccia non verso una determinata persona bensì contro una delle baracche attingendo alla testa di un innocente”.

Dalle telefonate agli atti dell’inchiesta è poi emerso che i clienti non acquistavano sempre dallo stesso spacciatore. “Dove vedono una luce accesa, lì vanno” dicono due rom di casa al campo di Calcinatello al telefono il 5 ottobre 2011. In un’altra telefonata altri due rom fanno riferimento a Adriana Radulovic come della possibile venditrice della cocaina a Francesca Manca.

Ma, si legge nelle motivazioni della sentenza “dalla telefonata non è ricavabile quale sia la fonte e il fondamento dell’informazione”.  E così cinque anni dopo i fatti resta senza nome lo spacciatore dal quale si è rifornita l’ultima volta prima di morire la 27enne Francesca Manca. 

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